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Febbre post vaccino: il caso Nurofen travisato dai No Vax

20 Ottobre 2024 - 10:33 David Puente
La febbre post vaccino è una conseguenza nota da anni e ben prima dell'arrivo dei vaccini anti Covid

Circola l’immagine di uno spot del farmaco Nurofen dove leggiamo: «Sollievo da febbre e dolore anche in caso di febbre post vaccino». Quest’ultima indicazione, ossia «febbre post vaccino», ha scatenando le fantasie tipicamente No Vax. In realtà, la «febbre post vaccino» non è affatto una novità ed è una conseguenza nota delle vaccinazioni (in particolare pediatriche) da ben prima della campagna vaccinale anti Covid.

Per chi ha fretta

  • La febbre post vaccino o febbre da vaccino è una conseguenza comune ben nota da ben prima della campagna vaccinale anti Covid.
  • Il principio attivo ibuprofene è notoriamente usato come alternativo al paracetamolo per diminuire il dolore e la febbre post vaccino.
  • La febbre è una conseguenza diretta del meccanismo di difesa messo in atto dall’organismo a seguito di una vaccinazione.

Analisi

Ecco un esempio di condivisione, datato 8 settembre 2024, riguardo la recente promozione del farmaco Nurofen: «Ma come???? Il siero della morte provoca pure febbre????» (nota: il vaccino viene definito “siero” in maniera errata e fuorviante da coloro che contestano i vaccini anti Covid).

Proprio da settembre 2024 la “febbre post vaccino” era stata notata attraverso la pubblicità: «insomma con la pubblicità del Nurofen hanno “sdoganato” la febbre post vaccino. proteggi la salute di tuo figlio fino a 48 h usandolo anche in quel caso, non ti preoccupare, tu fallo iniettare, al resto ci pensiamo noi».

E ancora: «Febbre post vaccino La nuova normalità nella pubblicità».

C’è chi finge di porre domande con l’intento di confermare la narrazione fuorviante No Vax: «Nurofen (Ibuprofene) è pubblicizzato in TV per “la febbre da VACClNO”. Nella vostra vita avete mai sentito parlare della “febbre da VACClNO” e di un farmaco per alleviarla?».

La teoria del complotto

Altri, invece, sostengono una teoria del complotto su “Big Pharma”: «ORAMAI SIAMO AL PARADOSSO… …perché Pig Pharma, oltre a lucrare su vaccini inutili (perché inoculati su bambini sani), effettua ulteriori introiti grazie agli effetti collaterali che gli stessi sieri magici producono. Siamo al totale corto circuito cognitivo delle masse! Chi segue la scienzah è un ritardato. Punto».

Il testo risulta lo stesso pubblicato sul canale Telegram “Luce e Tenebre”:

Una nota conseguenza pre Covid

La “febbre post vaccino” o “febbre da vaccino” non è una novità e non risulta qualcosa di “scoperto” a seguito della campagna vaccinale anti Covid. Poniamo l’esempio della guida utile “Vaccinazioni per i bambini: perché sono importanti?” presente nel sito del Gruppo San Donato, pubblicata nel 2019 (qui archiviata nel 2020), dove è presente il capitolo «Cosa fare in caso di febbre post vaccino»:

Nelle prime 24-48 ore dalla vaccinazione possono verificarsi febbre, arrossamento, gonfiore e dolore (spesso accompagnato da pianto persistente) nella sede dell’iniezione.

Il vaccino trivalente (morbillo, rosolia e parotite) può causare per qualche giorno febbre anche elevata e talora esantema, cioè un’eruzione cutanea diffusa, dal 5 al 12 giorno dopo la vaccinazione.

In un documento del 2018 dell’I.R.C.C.S. materno infantile Burlo Garofolo, intitolato “GUIDA ALLE CONTROINDICAZIONI ALLE VACCINAZIONI”, è presente una tabella con indicato il principio attivo ibuprofene (usato per Nurofen): «Nota: l’ibuprofene può essere somministrato in alternativa al paracetamolo per diminuire il dolore e la febbre post-vaccino».

Lo stesso testo è presente nella stessa versione del documento del 2017, caricato nel sito di Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità: «Nota: l’ibuprofene può essere somministrato in alternativa al paracetamolo per diminuire il dolore e la febbre post-vaccino».

Conclusioni

La recente pubblicità Nurofen non ha affatto sdoganato l’esistenza della febbre post vaccino. Chi sostiene ciò nel 2024 non è a conoscenza di questa conseguenza nota nelle vaccinazioni pediatriche, soprattutto da ben prima dell’arrivo dei vaccini anti Covid.

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