Salvini senza freni su giudici e migranti, la rivolta dei giornalisti del Tg1 dopo l’intervista. Schlein: «Comizio delirante»
Nell’intervista rilasciata ieri al Tg1 delle 20 il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini è tornato ad attaccare «una piccola parte» della magistratura che «usa il tribunale come un centro sociale». Difendendo a spada tratta la sua posizione nel processo per il caso Open Arms, nell’ambito del quale è accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio, ma anche l’accordo con l’Albania che ha visto ieri il ritorno dei primi 12 migranti spediti in Albania a seguito della discussa decisione del Tribunale di Roma sui Paesi sicuri (e non). Pure su quei malcapitati, egiziani e bengalesi, appena sbarcati a Bari «sotto shock» per la vicenda, il vicepremier è andato giù durissimo: «Se qualcuno di questi 12 domani commettesse un reato, rapinasse, stuprasse, uccidesse qualcuno, chi ne paga le conseguenze? Il magistrato che li ha riportati in Italia?». E così l’intervento-fiume per gli standard di un tg (oltre quattro minuti) ora è un caso. Stamattina è intervenuto il Comitato di redazione (Cdr) del Tg1, con una nota molto critica. «Riteniamo che gli oltre quattro minuti di intervista al ministro Salvini abbiano leso uno dei principi alla base del nostro mestiere: l’equidistanza tra i soggetti di cui siamo chiamati ad occuparci».
I giornalisti Rai: «Il servizio pubblico diventa megafono dei partiti»
«L’informazione del servizio pubblico dev’essere sempre super partes e mai percepita come soltanto di una parte. Ci aspettiamo che, in vista della sentenza di dicembre, altrettanto spazio sia concesso alle parti civili», continua il comunicato. La posizione del Cdr del Tg1 è appoggiata da Usigrai, storico sindacato dei dipendenti delle redazioni Rai a cui sono iscritti circa il 70% dei giornalisti dell’emittente nazionale. «Ancora una volta – si legge nel comunicato diramato da Usigrai – il servizio pubblico diventa megafono dei partiti. Quel’intervento in diretta del ministro non è informazione, ma propaganda. È evidente che il governo e in particolare il partito del ministro delle Infrastrutture non boglia una Rai autorevole e indipendente».
October 20, 2024
Unirai: «Il Tg1 è imparziale»
Diversa la posizione di Unirai, associazione sindacale minoritaria – conta circa 300 iscritti su 2mila giornalisti Rai – nata nel 2023 e spesso vicina alle posizioni del governo: «Cresce il malessere nella redazione del Tg1 per i continui attacchi che arrivano dalla politica che pretende di dettare sommari e scalette al Servizio Pubblico». «Il primo telegiornale italiano, nel rispetto dei principi del pluralismo e della completezza dell’informazione, il giorno della contestata intervista a Salvini ha intervistato l’ex procuratore Caselli, il giorno prima il presidente dell’Anm Santalucia – prosegue la nota -. Chi dipinge una testata sbilanciata e faziosa viene puntualmente smentito dai numeri. Agcom e Osservatorio di Pavia dimostrano infatti che il Tg1 da oltre un anno si distingue per un equilibrio assoluto fra tutti i partiti. E con riferimento allo spazio riservato al maggior partito di opposizione, questo non ha precedenti nella storia della stessa testata», si legge nel comunicato dell’associazione.
L’attacco di Schlein: «Comizio delirante al Tg1»
«Continua con la propaganda, alimenta un grave scontro istituzionale e butta via i soldi degli italiani» è il duro attacco della segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. La leader dem, intervistata da Niccolò Carratelli e Paolo Festuccia su La Stampa di oggi, parla di «comizio delirante contro i giudici al Tg1», simbolo di una «Rai svilita a megafono del governo che vuole smontare la separazione dei poteri». Sul caso dei migranti in Albania, la segretaria dem ha dichiarato: «Penso che se un governo vuole aggirare norme e sentenze europee, può solo decidere di uscire dall’Unione Europea».