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Anagni, non approvava la relazione del figlio e lo fa arrestare. Ma le accuse erano inventate

21 Ottobre 2024 - 12:10 Ugo Milano
frosinone anagni donna figlio arrestato fidanzata
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Era ai domiciliari da dicembre per rapina e maltrattamenti. Il 36enne aveva iniziato una relazione con una donna romena. La madre ora rischia una denuncia per calunnia

Aveva fatto arrestare il figlio accusandolo di rapina aggravata e maltrattamenti, ora rischia la denuncia per calunnia. È la storia di una donna di Anagni, in provincia di Frosinone, che non avrebbe accettato la relazione del figlio 36enne con una ragazza originaria della Romania. Dopo aver tentato di dissuadere l’uomo dalla sua frequentazione, la donna avrebbe fabbricato delle accuse tanto accurate da far scattare la misura cautelare. In sede di processo, però, la verità emersa è stata opposta rispetto a quanto la donna aveva raccontato agli inquirenti: il figlio è stato assolto e ora lei rischia di passare sul banco degli imputati.

Le accuse

Proveniva dall’Est europeo, era già stata sposata: due ragioni per cui il figlio 36enne non avrebbe dovuto nemmeno avvicinarsi alla ragazza che frequentava. I tentativi vani di convincerlo a interrompere la relazione erano sfociati – lo scorso dicembre – nella denuncia. E nel successivo provvedimento di arresti domiciliari, con allegato divieto di avvicinamento alla madre. Le accuse erano chiare: l’uomo avrebbe rapinato la madre per comprare droga e l’avrebbe maltrattata ripetutamente, come avrebbero dovuto dimostrare i segni sul collo della donna. Da lì il distanziamento tra figlio e madre, che tra l’altro non si era nemmeno costituita parte civile nel processo celebrato con rito abbreviato. Ma proprio in aula è emersa al verità.

La verità in tribunale

«Il fatto non sussiste», questa la formula che ha sancito l’assoluzione del 36enne. Il motivo è semplice: è stata sua madre stessa a confessare di essersi inventata tutto. Gli avvocati difensori del giovane erano riusciti a far emergere numerose contraddizioni nel racconto della donna. Fino a quando lei stessa non ha gettato la maschera. Non si sarebbe trattato di rapine per droga, ma di un regalo della stessa madre al figlio perché si comprasse un appartamento in cui vivere con la ragazza. Pur di non averla tra i piedi. A confermarlo sarebbe anche una scrittura privata tra i due familiari, che prima dell’arresto non era stata visionata. Anche i lividi avevano una spiegazione: il 36enne aveva sì preso la madre per il collo, ma solo per riportarla dentro casa mentre stava compiendo gesti autolesionistici per scongiurare la relazione tra i due giovani. Ora che la verità è venuta a galla, la donna rischia una denuncia per calunnia: il giudice dell’udienza preliminare ha già disposto la trasmissione degli atti in Procura.

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