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Luciano D’Adamo, lo strano caso dell’uomo che ha perso 39 anni di memoria: «Non ricordo più mia moglie e mio figlio»

21 Ottobre 2024 - 06:41 Alba Romano
luciano d'adamo amnesia
luciano d'adamo amnesia
Il giorno dopo ha ripreso conoscenza in ospedale. E ha scoperto che la sua memoria è tornata indietro ad anni fa

Luciano D’Adamo è stato investito da un’automobile qualche tempo fa. Il giorno dopo ha ripreso conoscenza in ospedale. E ha scoperto che la sua memoria è tornata indietro ad anni fa. Il Messaggero racconta che un infermiere gli ha chiesto il numero di un parente e lui gli ha detto quello di casa della madre. Non ha riconosciuto sua moglie: «Mi chiamava: “Luciano”. E io mi chiedevo come faceva a sapere il mio nome». E nemmeno suo figlio: «Ma come poteva essere mio figlio un uomo nato molto prima di me? E poi quale moglie? Io non ero sposato, ma fidanzato, e non certo con quella donna che doveva averne quasi sessanta, ma con una ragazza di 19 anni, anzi il matrimonio era già organizzato, ci saremmo sposati quattro mesi dopo…».

La storia

La storia ha avuto una svolta quando allo specchio ha visto un uomo di 63 anni. Lui era convinto di averne ancora 24. L’incidente in via delle Fornaci nel 2019 gli ha fatto perdere la memoria degli ultimi anni di vita. E la ragazza 19enne che era la sua fidanzata era davvero diventata nel frattempo sua moglie. Luciano ha dimenticato anche gli scudetti del 1983 e del 2001 della sua squadra del cuore, la Roma. «Ricordo ancora lo stupore di viaggiare su un’auto che su uno schermo mi mostrava la mappa di Roma, anzi il Tuttocittà come lo chiamavamo una volta, mentre una voce diceva: “Fra 100 metri svolta a destra”», dice. La madre è morta. Un solo lampo dalla sua memoria: «Negli occhi mi è ricomparsa un’immagine, il disegno di una cicogna, e poi c’è scritto il nome Matteo, una data, un orario, e ancora “PN 2300″».

La foto

Quel foglio era il cartellino sulla culla con l’ora di nascita e il peso del suo primo nipotino, che è nato nel 2014. Ma gli anni dal 1980 al 2019, in totale 39, non li ricorda più. Adesso si occupa della manutenzione in una scuola, passa le giornate in mezzo ai bambini, chiacchiera con i genitori: «Ogni tanto incontro qualcuno che mi saluta. Sarà sicuramente un vecchio amico ma io non so chi sia, comunque per gentilezza faccio finta di riconoscerlo e ricambio il saluto». E infine: «A volte dico che mi piacerebbe volare su un aereo, non l’ho mai fatto. Mia moglie mi fa: “Ma che dici? Siamo stati insieme a Parigi”. E io le rispondo: “Tu ci sei stata, io no”».

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