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Marta Ugolini, l’assessora che toglie la parrucca in pubblico dopo il tumore: «Prendetemi come esempio»

21 Ottobre 2024 - 07:21 Alessandro D’Amato
marta ugolini assessora verona parrucca tumore seno
marta ugolini assessora verona parrucca tumore seno
Ha avuto la diagnosi un anno fa grazie alla prevenzione

«L’importante non è aver tolto la parrucca in pubblico, ma il messaggio». L’assessora al comune di Verona Marta Ugolini, 59 anni, l’ha gettata via in conferenza stampa mostrando i capelli ricresciuti dopo la chemioterapia. Ugolini ha ricevuto una diagnosi di tumore al seno un anno fa, scoperto grazie alla prevenzione. E adesso alle altre donne dice «non abbiate paura di perdere i capelli, di affrontare terapie dure, perché le risposte ci sono. Non abbiate paura e se volete prendetemi come esempio: io sono qui, non ho rinunciato alla mia vita, non mi sono chiusa in casa, come qualcuno mi aveva suggerito», dice oggi al Corriere della Sera.

La prevenzione

La parte più importante però è la prevenzione: «Io non avevo sintomi, mi sono fatta controllare per caso, un anno fa, e guardi com’è finita… Sono grata alla vita per come mi è andata finora. Togliere la parrucca in conferenza stampa era solo un modo per veicolare questo messaggio e restituire un po’ della fortuna che ho avuto». Ugolini ha avuto un carcinoma duttale infiltrante al primo stadio. «Ci avevo pensato prima ma non sapevo se poi avrei trovato il coraggio per farlo. Era da un po’ di tempo che sentivo la parrucca come qualcosa di sempre più falso. All’inizio, intendiamoci, è stata utile; quando fai la chemio nel giro di tre giorni perdi i capelli e non è facile mostrarsi al mondo così, all’improvviso. Ma i miei capelli stanno ricrescendo, non sono più gonfia e piena di cortisone, sono tornate anche le sopracciglia che quest’estate ho disegnato sulla fronte tutte storte… È arrivata anche un po’ di energia, perciò ho pensato: è il momento di incoraggiare le altre che si ritrovano sulla mia stessa strada», spiega.

Un gesto liberatorio

Il suo è stato un gesto liberatorio e spontaneo: «Mi sono sentita a mio agio in quella sala stampa. C’era un’atmosfera di attenzione e di accoglienza che mi ha fatto andare fino in fondo, con naturalezza. Alla fine ne abbiamo anche riso perché a un certo punto un fotografo ha detto: senta, è stato tutto così veloce e inaspettato che non ho fatto in tempo a fare lo scatto giusto. Potrebbe rifare quel gesto per favore?». E adesso rievoca i momenti più duri: «Non tanto quando ne ho parlato con mio marito e i mie due figli, piuttosto quando ho dovuto dirlo ai miei genitori. E poi quando mi hanno consegnato il “tesserino 048”, quello dell’esenzione per i farmaci oncologici. Lì ho sentito addosso la parola “tumore”».

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