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Moldavia, vince il sì (per un soffio) al referendum per l’ingresso nell’Ue. Accuse di interferenze, Mosca: «Mostrate le prove»

21 Ottobre 2024 - 15:20 Massimo Ferraro
elezioni moldavia referendum ingresso ue presidenziali maia sandu
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Decisivi i voti dall'estero per ribaltare le prime proiezioni giunte nella notte che davano il No in vantaggio. La presidente uscente Sandu si è invece fermata al 42%, si andrà al ballottaggio

Non si esaurisce con lo spoglio la tensione intorno all’esito del doppio appuntamento cruciale in Moldavia. Nel fine settimana i cittadini dell’ex repubblica sovietica si sono recati alle urne per un referendum sul futuro nell’Ue e per le elezioni presidenziali. Nel primo caso, l’onda blustellata non ha sfondato, ma è riuscita a centrare l’obiettivo nel percorso di adesione all’Unione di Chișinău. A sorpresa, dopo che nella notte le prime proiezioni parziali hanno visto il “No” nettamente in testa, questa mattina è arrivato il sorpasso grazie al voto della diaspora moldava (77% favorevoli, su 220mila voti). Una vittoria (di Pirro) che ha visto il fronte del “Sì” attestarsi al 50,46% e i “nostalgici” al 49,54%. Nessun trionfo da festeggiare per i filo-occidentali, che si dicevano sicuri di una vittoria al 55-60%. Il quesito era sull’inserimento nella Costituzione moldava del percorso «irreversibile» verso l’Ue. Ma la modifica costituzionale non era comunque vincolante, tanto più che Moldavia e Ue hanno già aperto i negoziati di adesione, che ora hanno anche la spinta (seppur minima) del voto popolare.

La presidente uscente Maia Sandu va al ballottaggio

Sul fronte presidenziale, il capo di Stato uscente, l’europeista Maia Sandu, si è fermata al 42%. Sfuma, così, l’elezione al primo turno: se la dovrà vedere, il prossimo 3 novembre, con Alexandr Stoianoglo, sostenuto dal partito socialista, tradizionalmente filo-russo. Ma sia Sandu, che Bruxelles – tramite il portavoce per la politica estera Peter Stano – hanno denunciato un pesante coinvolgimento della Russia per influenzare il voto. Non «nelle ultime settimane o giorni», ma un lavoro di mesi e anni volto a tenere Chișinău nella sfera di influenza russa. Accuse che il Cremlino ha respinto: «Devono fornire le prove». Ieri notte, la leader del partito era salita sul podio parlando di «un attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia» da parte di «gruppi criminali e forze straniere» che avrebbero influenzato la votazione. Accuse che il Cremlino ha respinto: «Devono fornire le prove».

Interferenze russe

«Il Paese è stato oggetto di interferenze malevole, senza precedenti, e manipolazione delle informazioni», ha denunciato il portavoce Ue per la politica estera Peter Stano. Un concetto espresso anche dalla presidente Sandu, con parole ancora più dure: «Abbiamo combattuto lealmente e abbiamo vinto lealmente. Quello che è successo ieri, ma anche negli ultimi anni, è un attacco alla democrazia. I banditi che vogliono tornare al potere ad ogni costo – continua – volevano usare la democrazia come una debolezza». Un attacco senza giri di parole a Mosca, che ha «tentato di influenzare il voto». «Il loro obiettivo di comprare 30mila voti e 150mila persone pagate per votare – sottolinea la leader – dimostra che dobbiamo guardare attentamente a cosa è andato storto e imparare da questo miserabile attacco alla nostra sovranità. Sfortunatamente il sistema giudiziario non è stato in grado di fare abbastanza per combattere la corruzione elettorale. Ma ora l’unico modo per difendere la nostra democrazia è votare», conclude.

La risposta del Cremlino

Sandu ha sottolineato come sia stato il voto dall’estero, quello «della diaspora», a tenere la Moldavia ancorata all’Europa: «Siamo una famiglia». Mosca non ha, però, gradito le accuse di ingerenza formulata dalla presidente moldava e dall’Unione europea. «Queste sono accuse molto serie e all’opinione pubblica devono essere mostrate prove», ha replicato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rivolto a Sandu.

Corruzione elettorale

La polizia ha denunciato nel fine settimana alcune gravi violazione del processo elettorale, segnalando circa 34 episodi come schede fotografate, danneggiate, voti comprati, manifestazioni non autorizzate, o il trasporto organizzato degli elettori russi, e persino casi di teppismo. Nei giorni scorsi erano, inoltre, scattate centinaia di arresti per fermare una pervasiva macchina di corruzione elettorale. La Moldavia, piccolo e povero Paese tra Romania e Ucraina con meno di 3 milioni di abitanti (di cui 500.000 in Transnistria), si trova da tempo a metà tra l’influenza russa e quella dell’Occidente. Tra Putin e Bruxelles. E i risultati del fine settimana confermano ancora una volta l’idea di uno Stato diviso in due.

Foto copertina: ANSA/DUMITRU DORU | La presidente della Moldavia Maia Sandu mentre esprime il suo voto per le presidenziali

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