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Fabrizio Moro è stufo di Sanremo, l’attacco ai rapper forti sui social: «È un sistema malato, colpa delle piattaforme streaming»

22 Ottobre 2024 - 22:47 Massimo Ferraro
fabrizio moro contro festival di sanremo rapper piattaforma streaming
fabrizio moro contro festival di sanremo rapper piattaforma streaming
Il cantante, vincitore del Festival 2018, a La Stampa ha spiegato perché non ha intenzione di partecipare nuovamente al programma: «Il cantautorato della mia generazione sta per essere soppresso»

In un’intervista a La Stampa, nella quale ha parlato anche della sua partecipazione all’evento benefico di Emergency all’Unipol Forum di Milano, Fabrizio Moro ha spiegato perché non ha intenzione di presentarsi nuovamente al Festival di Sanremo. Il cantante, che vinse nel 2007 nella categoria giovani con Pensa e nel 2018 insieme a Ermal Meta con il brano Non mi avete fatto niente, e ha all’attivo la partecipazione a sette edizioni, è profondamente critico con la gestione del Festival degli ultimi anni. Con la selezione dei concorrenti, con i criteri di scelta e con il trattamento riservato ai cantanti della sua generazione – ha 49 anni. «Il cantautorato della mia generazione sta per essere soppresso. A voglia a chiamarci per fare i concerti per la pace chiamate i rapper o i rapper che farciscono le classifiche di streaming e vediamo cosa succede», è la profezia di Moro.

Moro critica il Festival di Sanremo

Moro ha apertamente criticato la gestione Amadeus del Festival, e quella di Carlo Conti ora. «Voglio godermi quello che sono riuscito a creare e costruire in vent’anni di carriera. Glielo dico, non mi piace mettermi in fila», spiega al giornalista Luca Dondoni, «ho una storia sanremese piuttosto importante e viste le dinamiche che ci sono adesso non mi va di fare sala d’attesa insieme a una pletora di ragazzini che hanno pubblicato un singolo o poco più. Sanremo è una luce che ha illuminato il mio percorso e porto un rispetto enorme ma no, non ci sarò». Moro, che pur salva diversi rapper di questa generazione, tra i quali Geolier, critica un sistema che definisce malato, perché premia cantanti giovanissimi con pochissima storia. E spesso con nessun futuro, per poi passare alla nuova meteora.« Il vero danno lo hanno fatto le piattaforme di streaming. Non ci sono filtri», ragiona Moro, «prima dovevi affrontare il direttore artistico e lui ti diceva se era giusto o sbagliato quello che facevi oggi no. C’era un filtro tra te, i media e il pubblico. Oggi viviamo in un sistema malato, non c’è più gavetta. Ogni anno c’è il disco più streammato della storia della musica ma è una bufala. Non è vero. Tra acquistare e streammare è tutta un’altra cosa».

Foto di archvio: ANSA/ANGELO CARCONI

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