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Migranti, sull’Albania il tribunale di Roma aveva interpellato la Cassazione. E ora il Viminale prepara il ricorso

22 Ottobre 2024 - 16:35 Ugo Milano
migranti albania tribunale roma cassazione piantedosi
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L'interpello risale a qualche giorno prima della sentenza della Cgue sui Paesi «sicuri» e potrebbe valutare anche il nuovo decreto. Matteo Piantedosi dà mandato all'Avvocatura dello Stato contro l'ordinanza della giudice Albano

Non sembrano vicine a placarsi le acque della diatriba magistratura-governo sui centri di permanenza per il rimpatrio in Albania. E l’approvazione in Cdm del decreto legge nella serata di ieri lunedì 21 ottobre non ha di certo risolto la questione. La lista dei 19 Paesi considerati «sicuri» da Palazzo Chigi assurge da semplice decreto interministeriale a norma con forza di legge. Uno scatto in avanti che – spera il governo – dovrebbe costruire uno scoglio più solido e radicato di fronte alle sentenze dei tribunali. Ma il tema è tutt’altro che chiuso. Anche di fronte al presunto interpello, citato oggi nel Messaggero, da parte dello stesso tribunale di Roma alla Cassazione risalente a oltre un mese fa. La richiesta era semplice: i giudici possono agire autonomamente rispetto alla lista stilata dal Ministero degli Esteri?

L’interpello alla Cassazione: quando la risposta?

La risposta della prima sezione civile della Corte di Cassazione, attesa per il 4 dicembre, forse porrà davvero fine alla questione. Il pronunciamento stabilirà, per l’appunto, se la magistratura abbia o meno un margine di indipendenza rispetto alle indicazioni governative in merito proprio alla lista dei 19 Paesi «sicuri». La richiesta risalirebbe a oltre un mese fa da parte della sezione immigrazione del tribunale di Roma. Vale a dire ben prima del 4 ottobre, data in cui la Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito i criteri per stabilire la “sicurezza” di un Paese. Proprio la sentenza su cui si è basata la decisione delle toghe romane dello scorso 18 ottobre di non convalidare il trattenimento dei 12 migranti nel cpr di Gjader, in Albania. E prima del decreto di ieri. Probabilmente il Palazzaccio terrà conto del fatto che nel frattempo siamo passati da un decreto interministeriale ad un decreto legge, quindi ad una “norma di rango primario”.

Il Viminale ricorre contro il tribunale di Roma

Intanto, come era pronosticabile, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dato mandato all’Avvocatura dello Stato per presentare un ricorso in Cassazione contro le ordinanze del tribunale di Roma. L’organo giuridico contesterà alla sezione immigrazione capitolina un punto in particolare: la mancata applicazione della norma italiana sui Paesi sicuri. Non basta, insomma, il decreto ad hoc.

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