Quella volta che Nanni Moretti al cinema gridò: «Basta con la f…, vogliamo anche un po’ di c…»
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Il Fatto Quotidiano oggi anticipa qualche stralcio del libro di Alessandro Ferrucci Non sai cos’è successo… (PaperFirst). Il volume racconta aneddoti e segreti del mondo dello spettacolo. Tra questi spicca quello raccontato da Alessandro Haber a proposito di Nanni Moretti: «Andai con Nanni Moretti al cinema per vedere La cicala di Alberto Lattuada con Virna Lisi e Renato Salvatori, dopo il dissequestro per un nudo integrale tra Clio Goldsmith e Barbara De Rossi. Nanni voleva scoprire perché un film come quello incassasse così tanto: pure quel pomeriggio la sala era piena. Nonostante la censura il film mostrava in diverse scene qualche culo e un po’ di tette; a metà della visione Nanni urlò: ‘Basta con la figa, abbiate il coraggio di mostrare anche un po’ di cazzo’. Piano piano la gente iniziò a ridere. Fu geniale».
Il padre spendaccione
Ma ci sono anche i racconti di Claudio Amendola con il padre Ferruccio, storico doppiatore di grandi attori: «A seconda della cazzata che avevo combinato mi sgridava con la voce di Hoffman o di De Niro; se la cazzata era veramente grossa allora riconoscevo Stallone. Trattenermi dal ridere era l’aspetto più complicato». Mauro Di Francesco invece è stato un attore bambino: «Gli altri andavano a divertirsi a scuola, a giocare a pallone il pomeriggio, mentre io lavoravo un giorno sì e uno no: in quinta elementare sono riuscito a racimolare 36 presenze in un anno. Vagavo di set in set. A volte non ne potevo più, magari mi lamentavo con mio padre, e lui ogni volta rispondeva: ‘Da maggiorenne andrai al Credito Italiano di via Parini (Milano), ti presenti, e improvvisamente troverai tutte le risposte a dubbi e preoccupazioni’. Appena maggiorenne ho varcato la porta di via Parini, solo che, dopo la presentazione, il direttore di banca ha scavalcato il bancone armato di bastone. Io bianco ho iniziato a correre, e lui dietro. Il conto era in rosso. Papà aveva sputtanato ogni lira. Mi ha rovinato».
Le pernacchie
Infine, ecco l’aneddoto della scrittrice Chiara Rapaccini sul marito Mario Monicelli: «Un’estate eravamo a Castiglioncello, e a fine serata Paolo Panelli e Marcello Mastroianni decidono di esibirsi in una perla del repertorio privato: Paolo nel ruolo di frequentatore di gabinetti delle Terme di Montecatini e Marcello dietro le sue spalle in quello di doppiatore. A quel punto Mario mi avverte: ‘Zib (il suo nomignolo), guarda con attenzione: mai più nella tua vita assisterai a uno spettacolo così becero e allo stesso tempo così raffinato’. Risultato? Una serie incredibile di pernacchie modulate a seconda delle esigenze sceniche; aveva ragione Mario, mentre Suso Cecchi D’Amico se n’era andata sdegnata».