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Andrea Delmastro e i giudici «come gli ayatollah: pretendono l’insindacabilità»

23 Ottobre 2024 - 07:08 Alba Romano
Il sottosegretario alla Giustizia di FdI: l'opposizione ha superato il livello della decenza

Nei giorni scorsi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva auspicato la pace tra governo e magistrati. Il sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro oggi su La Stampa interpreta il richiamo un po’ a modo suo: «Non saranno né le toghe rosse né il Pd a fermarci nella nostra ferrea volontà di contrastare l’immigrazione irregolare e la tratta di esseri umani». Anche perché l’opposizione «va in Europa a chiedere di sanzionare l’Italia. Ma, d’altronde, sono quei partiti che vanno in Europa a chiedere di sanzionare l’Italia. Oppure superano il livello della decenza, come nel caso dei 5 stelle, che hanno fatto ridere tutta l’Europa buttando 300 milioni sui banchi a rotelle e poi fanno un esposto alla Corte dei conti per 300 mila euro di carburante su un modello, quello dell’accordo con l’Albania, che in Europa ha riscosso invece grande attenzione».

Sulla sentenza di Roma Delmastro lancia l’accusa più grave: «Abbiamo assistito a un’interpretazione abnorme della norma europea. Dire questo, come ha fatto anche il ministro Nordio, è perfettamente legittimo. Perché le sentenze si rispettano, si eseguono, ma si possono commentare. Io conosco una sola corporazione al mondo che pretende l’insindacabilità, sono gli ayatollah». Un po’ mitigata nel finale del colloquio con Niccolò Carratelli: «Io so benissimo che l’80% della magistratura è composto da persone perbene, disposte a farsi interpreti delle leggi, pronte ad alzarsi ogni mattina solo per andare a lavorare e a contrastare mafiosi, rapinatori e spacciatori. Magistrati che non vogliono fare politica e che spesso, a mio avviso, non sono potuti crescere come avrebbero voluto e potuto, forse perché non aderiscono a certe correnti. Ecco, io voglio liberare questi magistrati dalle correnti».

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