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La Carta Docente arriverà anche ai precari, ma la cifra ora è un mistero: «Migliaia di insegnanti saranno ancora esclusi» – L’intervista

23 Ottobre 2024 - 20:45 Ygnazia Cigna
scuola docente precaria senza lavoro graduatoria lorenza casagna storia
scuola docente precaria senza lavoro graduatoria lorenza casagna storia
La novità in arrivo con la legge di bilancio per il 2025. Ma il diavolo sta nei dettagli, dice a Open la segretaria generale Flc Cgil

Nel testo della legge di bilancio 2025, approvato dal Quirinale e depositato alla Camera, spunta una novità rilevante per il mondo degli insegnanti: la Carta Docente verrà assegnata in modo strutturale anche ai docenti con contratto di supplenza annuale. Si tratta di un’apertura significativa verso i precari che erano stati sin qui esclusi da questo beneficio. Resta in dubbio, però, se l’importo di 500 euro rimarrà invariato. La manovra, infatti, introduce una modifica nel testo, sostituendo le parole «nominale di euro» con «fino ad euro», e specifica inoltre che: «Con decreto del Ministero dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, sono definiti i criteri e le modalità di assegnazione della Carta nonché annualmente l’importo nominale della stessa sulla base del numero dei docenti di cui al primo periodo e delle risorse di cui al comma 123».

La cifra dei 500 euro potrebbe ridursi

«Non è chiaro se ci sarà una diminuzione o meno dei 500 euro perché non è precisato nel testo della Manovra», spiega a Open Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil. «Di fatto, l’importo nominale dei 500 euro non è più garantito con certezza e sarà, invece, definito annualmente in base alle risorse disponibili e al numero di docenti. Di conseguenza, con i tagli lineari previsti, l’importo potrebbe diminuire ed è ora nelle mani del ministro dell’Economia», prosegue la sindacalista. Ma la sindacalista ci tiene a sottolineare che «se ci sono meno risorse, è chiaro che la Card vedrà una diminuzione dell’importo». Ed è la stessa Manovra a a indicare che dal prossimo anno scolastico, la dotazione complessiva dei docenti è ridotta di 5.660 posti dell’organico dell’autonomia.

Il taglio docenti previsto in Manovra: «Insostenibile»

«Dipenderà dal numero dei docenti, ma su questo fronte difficilmente ci sarà un aumento», commenta Fracassi. E, in effetti, il quadro è aggravato dalla stessa Manovra, che prevede una riduzione di 5.660 posti nell’organico dell’autonomia a partire dal prossimo anno scolastico, e una diminuzione di 2.174 unità nel personale Ata. Una decisione che il sindacato Anief definisce «insostenibile»: «Le 8.200 scuole autonome italiane hanno urgente bisogno di ampliare gli organici, non di ridurli ulteriormente, vista l’inadeguatezza attuale rispetto al fabbisogno». Critiche arrivano anche dall’opposizione. Irene Manzi, responsabile Scuola del Pd, non usa mezzi termini: «Una decisione vergognosa. L’inizio caotico di questo anno scolastico, con segreterie scolastiche già sopraffatte da carichi di lavoro crescenti, avrebbe richiesto ben altre scelte. È evidente che il governo, in cerca di risparmi, ha deciso di partire proprio dal personale della scuola». Posizione critica su cui sono allineati anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni bilancio e finanze di Camera e Senato.

Precari o non precari? Come siamo arrivati a questo punto

Precari o non precari? Questo è il dilemma del bonus. La sindacalista Fracassi ripercorre come siamo arrivati a questo punto. «Un anno fa, con il decreto Salva Infrazioni, la Carta Docente era stata estesa anche al personale a tempo determinato fino al 31 agosto. Successivamente, però, durante un incontro con il ministro, ci è stato anticipato che l’attribuzione sarebbe stata limitata al solo personale di ruolo», spiega Fracassi. Questa esclusione ha acceso uno scontro tra il ministero dell’Istruzione e del Merito e i sindacati, che da tempo chiedevano l’estensione del beneficio anche agli insegnanti precari. In caso contrario, molti docenti avrebbero valutato la possibilità di ricorrere per vie legali. Su questo fronte, infatti, si registrano già numerosi contenziosi in corso. E a sostenere le loro rivendicazioni c’è una sentenza della Cassazione, datata 30 ottobre 2023, che ha stabilito come la Carta Docente debba essere riconosciuta anche al personale docente con contratto a tempo determinato annuale o fino al 30 giugno. Questo ha rafforzato la posizione dei sindacati e dei docenti precari, fornendo una solida base legale per le loro richieste.

Chi resta escluso

«Ora, la Legge di Bilancio riapre l’estensione ai supplenti con contratto fino al 31 agosto, escludendo però tutti coloro con incarichi fino al 30 giugno, che rappresentano una fetta significativa del personale, soprattutto nel sostegno», fa sapere la sindacalista. «Quelli fino al 31 agosto, che potrebbero quindi beneficiare dell’apertura, si stima che siano circa «40mila» docenti. Ma basta pensare che i supplenti nel sostegno con contratti fino al 30 giugno sono oggi circa 102 mila, e il loro numero potrebbe crescere fino a 130 mila entro dicembre. Per questo personale, non è prevista la Carta del Docente. Quindi – sottolinea – ripristinano una misura che avevano cancellato, ma solo per una parte del personale docente».

«Chi ha vinto le vertenze individuali non è ancora stato pagato»

Fracassi riferisce che in questi anni molte vertenze individuali degli insegnanti state vinte per ottenere la Carta del Docente anche per i supplenti, ma il ministero non ha ancora pagato quanto dovuto. Fracassi sottolinea come questa situazione sia ingiusta, considerando che negli ultimi anni molte vertenze individuali sono state vinte da docenti supplenti, ottenendo il riconoscimento della Carta anche per loro. «Tuttavia», conclude, «nonostante queste vittorie legali, il ministero non ha ancora provveduto a pagare quanto dovuto a questi docenti».

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