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Marco Bucci candidato alla presidenza della Liguria: «Malato, sì. Ma non ho intenzione di morire»

23 Ottobre 2024 - 06:11 Alba Romano
marco bucci malato cancro candidato liguria
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Il sindaco di Genova: «Sto facendo le cure che devo fare e sono sicuro di poter portare a termine il mio mandato, se gli elettori me lo daranno»

Il sindaco di Genova Marco Bucci è malato, sì, ma non ha intenzione di morire. E lo ribadisce oggi in un’intervista al Giornale in cui parla da candidato alla presidenza della Regione Liguria. Il primo cittadino ha un «cancro metastatico alle ghiandole linfatiche nel collo. Me l’hanno diagnosticato il 30 maggio. Operato il 3 giugno. Mi hanno levato una trentina di linfonodi», come aveva spiegato lui stesso. Ha fatto una trentina di sedute di radioterapia. E nel colloquio con Hoara Borselli spiega di voler «rassicurare tutti. Non ho nessuna intenzione di morire. Sto facendo le cure che devo fare e sono sicuro di poter portare a termine il mio mandato, se gli elettori me lo daranno».

Il sindaco e il tumore

Quella con il tumore, spiega Bucci, è «una battaglia e la conduco con saggezza e con le mie forze, che sono piuttosto grandi». In compenso, spiega, «in queste settimane ho perso sette chili: sono un figurino» E c’è una conferma “indipendente”. «Mia moglie mi dice così. Vede, ci sono molti aspetti positivi nelle campagne elettorali» Per questo l’ha detto anche ai medici: «Prescrivete ai vostri pazienti delle campagne elettorali…». Dice di essere un ottimo marito e un grandissimo padre. Anche se poi rivela: «Beh, ora mi hanno sentito i miei familiari e stanno ridendo tutti… Ridete, ridete, ma voi siete orgogliosi di vostro padre!». Mentre il contatto con la gente lo rassicura: «Le signore sopra i 50 anni mi dicono: sindaco, pensaci tu perché altrimenti qui torniamo indietro a 20 anni fa».

I magistrati

E sulla guerra tra magistrati e politica non intende polemizzare: «No, no. La fermo subito. Io sono molto americano. Gli amministratori hanno piena fiducia nella magistratura. Per cui non è opportuno che gli amministratori commentino le cose della magistratura». L’ultima battuta è sulla religione: «Io sono amministratore e lavoro per la Polis greca. Non faccio parte di partiti né di ideologie. La religione conta nei comportamenti, non nell’amministrazione».

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