L’esordio di Raffaele Fitto in Ue: «Lavorerò per il rispetto degli impegni del Pnrr». E non cita mai Fratelli d’Italia
Per essere sicuri che i fondi del Pnrr vengano utilizzati «nel modo più efficace», l’Ue dovrebbe «aiutare gli Stati membri a rispettare pienamente i propri impegni entro il 2026». A scriverlo è Raffaele Fitto, candidato italiano alla Commissione europea e vicepresidente esecutivo della nuova squadra di Ursula von der Leyen. Oggi, mercoledì 23 ottobre, il Parlamento europeo ha pubblicato le risposte dei candidati commissari alle domande scritte degli eurodeputati, una sorta di antipasto delle audizioni vere e proprie, che si terranno a Bruxelles a metà novembre. «Se sarò confermato, lavorerò affinché i Paesi rispettino le riforme e gli investimenti concordati stabiliti nei Pnrr entro la scadenza di spesa del 2026», sottolinea ancora Fitto, a cui von der Leyen intende affidare la delega a Coesione e Riforme.
La scadenza del 2026
Ma quali sono i piani di Fitto in vista del 2026, data in cui scadono i finanziamenti erogati agli Stati membri nell’ambito del Next Generation Eu? «La Commissione valuterà costantemente se gli Stati membri rispetteranno i propri impegni e se sia probabile che le ultime tappe e gli obiettivi siano raggiunti entro quella data», spiega Fitto nelle risposte scritte agli eurodeputati. «In caso contrario, in base all’attuale quadro legislativo, mi impegnerò con gli Stati membri interessati su come modificare i loro piani e garantire che i fondi siano concentrati su investimenti alternativi altrettanto ambiziosi che possano essere completati entro la durata dello strumento», aggiunge ancora il candidato italiano alla Commissione europea. «Se nonostante questi sforzi – aggiunge il ministro uscente del governo Meloni – alcune delle ultime tappe o obiettivi saranno ancora considerate non soddisfatte in modo soddisfacente, il corrispondente esborso non verrà effettuato».
I riferimenti alla Democrazia cristiana (ma non a FdI)
Nel rispondere agli eurodeputati, Fitto cerca di presentarsi come moderato e convinto europeista. Un esempio? Il fatto che il ministro eviti ogni riferimento diretto a Fratelli d’Italia ma citi il suo passato da democristiano. «Ho iniziato la mia carriera politica nel partito di cui condividevo i valori, compresa la vocazione europea: la Democrazia Cristiana», scrive il ministro uscente del partito di Giorgia Meloni. La mia formazione, aggiunge Fitto, «si è ispirata al rispetto dei valori e dei principi sanciti dai Trattati europei: libertà, democrazia, Stato di diritto, pluralismo, uguaglianza, rispetto della dignità umana, difesa dei diritti civili, parità tra donne e uomini». Nel ripercorrere la sua carriera politica, Fitto cita i numerosi incarichi ricoperti, a partire dalle esperienze da governatore della Puglia e ministro per gli Affari Ue, ma non cita mai esplicitamente il suo passaggio a Fratelli d’Italia.
In copertina: Il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto (ANSA/Riccardo Antimiani)