Casaleggio: «Strano che Conte parli di Grillo con Vespa e non con M5s»
«Sono dichiarazioni un po’ strane. Vengono fatte alla presentazione del libro di Vespa: Conte lo dice a Vespa invece che a Grillo e agli iscritti?». È perplesso Davide Casaleggio, ex presidente dell’associazione Rousseau e figlio di Gianroberto, fondatore del partito pentastellato. Al microfono del programma radiofonico “Un giorno da pecora” interviene sul caso del presunto licenziamento di Beppe Grillo come consulente per la comunicazione. La decisione, smentita dallo staff del comico, è stata annunciata proprio dal leader Giuseppe Conte nel nuovo libro di Bruno Vespa Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa).
October 24, 2024
«Se continuano così resterà solo un elettore»
A Rai Radio1, il proprietario della Casaleggio Associati spiega che il clima di tensione tra i vertici del Movimento può avere conseguenze drastiche. Ammette che se l’aspro confronto continuerà rimarrà «un solo elettore». D’altronde da mesi va avanti la guerra a suon di comunicati, lettere e annunci per il controllo del partito. Un duello che si è esacerbato con la convocazione della costituente osteggiata da Grillo, ma voluta da Conte. Un’assemblea che potrà anche cambiare il nome, il simbolo e la regola dei due mandati. Fondamenta del Movimento per il comico.
I dubbi sulla trasparenza della Costituente
E a sollevare nuovi dubbi sul processo che ha portato alla Costituente, si aggiunge anche Casaleggio: «Non si sa in che modo Conte abbia scelto gli iscritti nei cluster e non si sa più quanti siano gli iscritti, ne hanno eliminati molti durante l’estate». Quasi a dar voce a chi, sulla “Bacheca del Mugugno” istituita da Grillo, lamenta criticità e falle nelle fasi dell’assemblea. «Anche Grillo ha chiesto quanti siano. Strano che per tre anni non sia stata fatta questa cosa e ora che c’è una battaglia con Grillo venga fuori», aggiunge Casaleggio.
Cosa cambiare nel Movimento?
«Rispetto a quello che conoscevo io, è rimasto solo il nome», è la sentenza di Casaleggio. Che continua: «Il M5s oggi è sicuramente da ristrutturare, era basato sulla partecipazione e oggi non c’è più, è qualcosa di diverso e credo che debba avere anche un nome diverso». In merito al simbolo, su cui Grillo e Conte sostengono tesi diverse in merito alla sua proprietà, Casaleggio chiarisce: «È di proprietà dell’Associazione fondata da me e da Luigi Di Maio».