Le lettere d’amore all’uomo accusato di aver ucciso Diabolik: «Ti amo, vorrei venire al colloquio, posso?»
«Ciao amore mio, ti amo tantissimo. A presto». «Dopo il 21 vorrei venire al colloquio. Me lo permetti?». E poi: «Dopo 10 mesi di silenzio ho deciso di riprendere la mia vita. Mi rassegno». Sono i telegrammi inviati a Raul Esteban Calderon alias Gustavo Aleandro Musumeci. Ovvero l’uomo in carcere con l’accusa di aver ucciso Diabolik, ovvero Fabrizio Piscitelli. A mandarglieli è la sorella di un pezzo da novanta della criminalità romana. Che è innamorata di lui ma evidentemente senza essere corrisposta. Lui infatti non le risponde. E chiede aiuto a un suo sodale per liberarsene. Finché non è lei a stufarsi. E a comunicargli sempre tramite telegramma il suo addio.
La storia la racconta oggi il Messaggero. Ed è funzionale all’accusa nei confronti di Calderon. Perché l’imputato ha sostenuto di aver conosciuto il boss Leandro Bennato proprio per il problema rappresentato dalla donna. Agli atti ci sono le parole della sorella del boss di Casalotti: «Carattere, classe, intelligenza, bellezza e soprattutto dignità! Sguardo dritto, intenso e sicuro!», scrive inviando all’argentino una foto più che posata. «Rifatte gli occhi e ricordami con un sorriso! Stammi bene», conclude. Per poi mollarlo così: «I maschietti come te non mi interessano più da tempo sei vuoto come una canna di bambù. A mai più nella vita».