La terrorista dell’attentato ad Ankara non si chiama Farah Karim
A seguito delle riprese video dell’attentato ad Ankara, in Turchia, è iniziata a circolare la presunta identità della donna appartenente al gruppo terrorista. Secondo diversi post social, la donna si chiamerebbe Farah Karim. Secondo altri, la donna sarebbe allo stesso tempo un’agente della CIA. Si tratta di una notizia priva di fondamento. Oltre al nome, circola anche una foto che rivela con certezza la falsità della narrazione: è il personaggio di un videogioco.
Per chi ha fretta
- I media turchi non riportano il nome “Farah Karim”
- Il nome e la foto sono quelli di un personaggio del videogame Call of Duty.
- Il volto del personaggio viene ripreso dall’attrice australiana Claudia Doumit.
Analisi
La foto e il nome di Farah Karim circola in particolar modo su Twitter/X:
BREAKING: CCTV footage shows attackers, likely with suicide vests, including a female attacker Farah Karim. Reports claim the female shooter in Turkey has been identified as Farah Karim. #FarahKarim #Ankara #Turkey #tusaş #TUSAS
La narrazione è poi circolata anche in Italia, come nel caso del seguente tweet che verrà poi ripreso anche su altri social:
La donna che ha sparato in Turchia è stata identificata come Farah Karim. Noto agente della CIA nella regione. Se così fosse , la Turchia sarebbe costretta a porre fine alla sua appartenenza alla NATO perchè attaccata da un altro membro della NATO (gli Stati Uniti)
Ecco un esempio di come questa narrazione è sbarcata su Facebook:
Il personaggio di un videogioco
Il nome Farah Karim e la foto allegata nei post social sono quelli dell’omonimo personaggio del videogioco noto come Call of Duty (COD).
Il volto della donna viene ripreso dall’attrice australiana Claudia Doumit, la quale si era prestata per il videogioco nella versione del 2019 di “Call of Duty: Modern Warfare”.
Conclusioni
La terrorista dell’attentato ad Ankara non è stata identificata come Farah Karim. Il nome e la foto sono tratti da un personaggio del videogioco Call of Duty.
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