«Beccato: l’evasione si paga», ecco il nuovo spot del Mef contro «i furbetti» – Il video
«Bella la vita di un evasore, non dichiara niente e vive sulle spalle degli altri». L’ultimo spot pubblicitario finanziato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze è una vera e propria stigmatizzazione di chi non versa le tasse dovute. Con tanto di identikit dell’evasore tipo: «Ordina una dozzina di ostriche, tagliolini al tartufo (uno bello grande) e non rinuncia mai all’aragosta. Anzi due… Per non parlare dello champagne, il più caro ovviamente». Il tutto, ovviamente, non pagato di tasca sua, ma dalla società tutta: «Tanto non paga lui, paghi tu», dice l’evasore guardando lo spettatore. Peccato che, all’uscita dal ristorante di lusso dopo una bella mangiata, l’evasore sia accolto da due finanzieri. E su di lui compare l’etichetta «Beccato: l’evasione si paga. Da oggi sempre più controlli e sempre meno evasori».
L’obiettivo e la lotta all’evasione in Manovra
L’obiettivo della campagna, già dichiarato dal Mef, è quello di sensibilizzare alla dichiarazione e al pagamento delle tasse. In due principali direzioni: il supporto al concordato preventivo biennale, per favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi, e la lotta all’evasione fiscale. Una battaglia che fin dall’inizio è stata al centro delle promesse elettorali del governo Meloni. E che non è mancata nell’ultima Legge di Bilancio. Dal 1° gennaio 2025, vi saranno controlli molto più stringenti su due categorie ad alto rischio di evasione come taxi e ristoratori. Ai tassisti, per esempio, sarà riconosciuto il rimborso delle spese di viaggio solo se il pagamento avviene tramite strumenti digitali. Per le attività in ambito ristorazione – come per i commercianti – ci sarà l’obbligo di collegamento diretto del pos ai registratori di cassa.