Cecchettin, i complottisti insistono: «Filippo Turetta non esiste»
A seguito dell’omicidio di Giulia Cecchettin, l’area complottista italiana aveva generato la solita ondata di bufale per sostenere assurdità sulla tragedia. Sono persone che nel corso degli anni hanno sfruttato la credulità degli utenti ottenendo un ampio seguito, in certi casi pagando caro come nel caso Valeria Solesin. La più gettonata sul caso Cecchettin è la negazione dell’esistenza di Filippo Turetta, l’omicida reo confesso. Per farlo, i complottisti hanno persino sfruttato immagini false generate con l’intelligenza artificiale, o utilizzando tool online che potevano soddisfare le loro convinzioni. Smentiti dal fact-checking, tornarono alla carica a seguito dell’assenza dello stesso Turetta durante il processo, nonostante la video confessione dal carcere tramessa trasmessa dal programma televisivo Quarto Grado. Ora che l’omicida si è presentato in aula, confessando ulteriormente di essere la persona che ha messo fine alla vita di Giulia, c’è chi continua a negare e a sottoporre ulteriori balzane teorie per mantenere in piedi la baracca.
Tra questi c’è Cesare Sacchetti, un nome ben noto alla sezione Open Fact-checking a seguito di numerose bufale e teorie del complotto da lui diffuse su svariati episodi. Il titolare del blog complottista “La Cruna dell’Ago” ed ex blogger de Il Fatto Quotidiano (il link al profilo Twitter/X corrisponde), di fronte alle foto di Turetta in aula mentre confessa l’omicidio davanti al giudice, pubblica un tweet al fine di mantenere a galla la narrazione: «Alla fine Turetta vince la sua “timidezza” che dura da quasi un anno e si presenta in tribunale, ultima foto a destra. Il problema è che sembra molto diverso dal Turetta di Quartogrado, che ci hanno mostrato un mese fa, e da quello “originario” con i nei e con un volto diverso dagli altri due. Turetta evidentemente sta compiendo un processo unico e particolare che riguarda la sua persona. È in continua evoluzione. Non è mai uguale a sè stesso».
Secondo Cesare Sacchetti, le immagini odierne riporterebbero un volto diverso dalla foto con la divisa da pallavolo, in particolare per i nei. In realtà, volto e nei corrispondono. Prendendo in esame le stesse foto condivise dal complottista, quella spensierata del campionato 2021 e il fotogramma della confessione in aula dopo circa un anno in carcere, il neo nel mento e il naso corrispondono.
C’è chi, come l’avvocato Marco Mori, interviene nella speranza di fermarlo: «Ti prego… smettila». Un tentativo molto probabilmente inutile.
Inutile soprattutto perché il Sacchetti aveva consolidato la sua opera tramite il proprio canale Telegram (oltre 63 mila iscritti), dimostrando in un post una totale mancanza di conoscenza sulla storia e lo sport praticato dello stesso Turetta: «Il Turetta comparso oggi ha gli occhi chiari mentre quello ritratto con la maglietta a calcio ha gli occhi scuri. Tra l’altro, è lapalissiano che sono due persone diverse. Davvero pensano di uscirne così?». I seguaci, ovviamente, abboccano.