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Elezioni in Liguria, Meloni e Schlein chiudono i comizi. La premier: «Campo largo? Noi coesi». La leader del Pd: «Per gli interessi di tutti, non di Toti»

Schlein Meloni comizi chiusura elezioni Liguria
Schlein Meloni comizi chiusura elezioni Liguria
Scontro a distanza dai palchi delle rispettive coalizioni. Il voto domenica 27 e lunedì 28 ottobre

È uno scontro per la Liguria, ma è soprattutto uno scontro tra le due leader delle rispettive formazioni politiche. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein hanno partecipato ai comizi di chiusura della campagna elettorale per le regionali in Liguria. Un confronto su tutti i fronti: dall’inchiesta che ha coinvolto l’ex presidente Giovanni Toti alla manovra di bilancio, dalla “solidità” delle coalizioni di centro destra e centro sinistra alla spesa per la sanità. Il voto tra domenica 27 e lunedì 28 ottobre: dopo le parole delle due leader, la decisione spetta agli elettori, tra Marco Bucci e Andrea Orlando.

«Quando ci siamo insediati ci davano sei mesi»

«Quando ci siamo insediati tutti dicevano che saremmo durati massimo sei mesi, che sarebbe arrivata la tempesta finanziaria e l’Italia sarebbe andata in default o sarebbe stata totalmente isolata. Poi si sono svegliati tutti sudati. Oggi dopo due anni, la nazione viene presa come riferimento da molti analisti, elemento che non troverete sulla stampa italiana ma su quella internazionale sì», è il bilancio della premier Meloni dal palco dei Magazzini del cotone a Genova. Il frutto di una squadra che definisce «compatta che sta insieme per scelta, che non sta insieme solo per interesse o perché condivide un nemico, condivide le idee e questo fa la differenza». «Non conta», sostiene la presidente del Consiglio, «quanto il campo sia largo ma quanto sia coeso». E il pensiero non può che andare alle settimane di spaccature, critiche fino al passo indietro di Italia Viva dal campo “larghissimo” che Schlein si augurava di costruire in Liguria. Ma preso a picconate dal leader del M5S Giuseppe Conte. Meloni quindi gongola e si affida alla folla: «Questo entusiasmo mi fa sperare bene e mi rende ottimista sui risultati: fino a qualche settimana fa la sinistra già cantava vittoria. Noi ci siamo trovati ad attraversare una situazione difficile e loro già pregustavano una vittoria schiacciante, poi hanno dovuto tornare a fare i conti con la realtà: il centrodestra in questi anni ha fatto conoscere una stagione bellissima di rilancio e sarebbe un peccato interromperla».

Schlein: «Ogni forza della coalizione porta valore aggiunto»

Schlein, dal teatro Politeama, risponde a distanza e in difesa: «Le cose più belle sono quelle che facciamo insieme. Ogni forza di questa coalizione porta il suo valore aggiunto. Abbiamo costruito un progetto di cambiamento concreto, che parla dei bisogni delle persone che abbiamo ascoltato girando per la Liguria. Ringrazio Andrea Orlando per come ha messo la sua storia e la sua competenza al servizio della sua regione». La segretaria si toglie però qualche sassolino e ritorna sull’inchiesta per corruzione che aveva colpito l’ex governatore Giovanni Toti che alla fine ha patteggiato. «Orlando è uno che ha messo sempre avanti l’interesse collettivo e non personale. Vogliamo una Liguria che non sia di pochi e soprattutto non sia di Toti. Perché si scrive Bucci ma si legge Toti», ribadisce Schlein. Che rincara la dose: «Vogliamo una Liguria che sia governata nell’interesse di tutti e non di Toti. Bucci è la piena continuità con un sistema di potere che dobbiamo lasciare alle spalle della Liguria. Noi difenderemo la sanità pubblica dalle loro privatizzazioni e dai loro tagli».

Meloni sulla sanità: «Nessuno ha messo soldi quanto noi»

E sulla sanità, ma nazionale, si apre l’altro fronte tra le due. Come aveva già sostenuto in altre occasioni, Meloni difende le risorse stanziate in manovra: «Come si faccia a sostenere che tagliamo i soldi sulla sanità è un mistero. Può darsi che a sinistra siano scarsi in matematica, gli regaleremo una calcolatrice…». Lascia l’ironia e quindi spiega: «Mai nessuno ha messo sulla sanità quanto questo governo. Fate 136,5-114,5. Quanto fa? 22 miliardi euro di differenza. Da 2019 a oggi sul fondo sanitario ci sono 22 miliardi di euro di differenza. Quanto spendeva lo Stato italiano nel 2019 per ogni cittadino sulla salute? 1.919 euro. Quanto spenderà nel 2025? 2.317 euro. Prendete la calcolatrice, fa 398. Lo Stato italiano nel 2025 spenderà quasi 400 euro a cittadino in più rispetto a quello che accadeva nel 2019».

Schlein: «Meloni mente sapendo di mentire»

«La presidente del Consiglio Giorgia Meloni dice che noi non sappiamo fare i conti, lei da giorni dà i numeri sulla sanità pubblica, mente sapendo di mentire», è la replica di Schlein. «Con Meloni la spesa sanitaria in rapporto al PIL è sempre scesa e scenderà al 6,5%», continua la leader del Pd, «il minimo storico negli ultimi quindici anni». Che poi attacca la destra su quanto fatto per la sanità ligure: «Siccome Meloni vuole regalarci una calcolatrice noi la ringraziamo e le chiediamo se si è resa conto di essere la premier che sostiene Bucci dopo che gli ultimi nove anni di governo della Liguria hanno fatto sì che a Genova ci sia chi aspetta 430 giorni per una colonscopia programmate, 430 Meloni lo sa scrivere nella sua calcolatrice Quattrocentotrenta giorni perché questa destra vuole una sanità a misura del portafoglio delle persone».

In copertina: Collage di foto con Giorgia Meloni al comizio di chiusura del centro destra (ANSA/LUCA ZENNARO) ed Elly Schlein dal palco della coalizione di centro sinistra (ANSA/FABIO BUSSALINO).

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