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Raid israeliano nel sud della Striscia: 28 morti. Biden sbotta: «Ci sono tanti innocenti uccisi a Gaza. Tutto questo deve finire»

25 Ottobre 2024 - 21:46 Ugo Milano
Ieri, giovedì 24 ottobre, altre 18 persone erano state uccise in un attacco su un'ex scuola diventata rifugio per sfollati nel campo profughi di Nuseirat

«Ci sono tanti innocenti uccisi a Gaza. Tutto questo deve finire». Non sa più come dirlo il presidente Usa Joe Biden. All’indomani degli ennesimi raid israeliani sulla Striscia di Gaza. L’inquilino della Casa Bianca è intervenuto così durante un evento in Arizona dopo essere stato interrotto da una manifestante pro-palestinese che urlava «Gaza libera». Alla folla che voleva zittire la donna, il presidente ha chiesto di lasciarla manifestare. Per Al Jazeera, negli attacchi di ieri 24 ottobre, 28 persone sono morte in un bombardamento a Khan Yunis, nel Sud dell’enclave palestinese. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, i caccia d’Israele hanno bombardato una casa nell’area di al-Manara. Ieri, giovedì 24 ottobre, altre 18 persone erano state uccise e decine di altre ferite in un attacco su un’ex scuola diventata rifugio per sfollati nel campo profughi di Nuseirat (al centro della Striscia). A detta delle forze di difesa israeliane (Idf) nel complesso scolastico si nascondeva «un gruppo di agenti di Hamas». 

La protezione civile di Gaza: «Un massacro»

La protezione civile di Gaza ha definito gli attacchi israeliani delle ultime ore «un massacro di massa». L’Idf, continua l’ente, ha raso al suolo almeno 10 edifici residenziali nel campo profughi di Jabalia, nel Nord della Striscia: lo riporta Al Jazeera. Citando fonti locali, l’agenzia di stampa palestinese Wafa parla da parte sua di circa 150 tra morti e feriti. 

Sui media palestinesi i documenti su ostaggi attribuiti a Sinwar

Nel frattempo, il quotidiano palestinese al Quds ha pubblicato tre documenti indicando che sarebbero stati scritti a mano da Yahya Sinwar, prima di essere ucciso dall’Idf, in cui fornisce istruzioni ai rapitori degli ostaggi. Il primo documento sottolinea l’obbligo di «prendersi cura della vita dei prigionieri nemici e di tenerli al sicuro, poiché rappresentano un’importante merce di scambio per liberare i prigionieri palestinesi», e include versetti coranici. Nel secondo documento vi sono, inoltre, i dati su ostaggi senza nome trattenuti in tre aree: Gaza City (14), il centro della Striscia (25) e Rafah (51). Un quarto gruppo di 22 ostaggi è elencato senza indicazione di ubicazione. In ogni luogo gli ostaggi vengono suddivisi in diverse categorie: in base all’età (sopra o sotto i 60 anni, oppure giovani), al sesso e al fatto che siano civili o soldati. Infine, il terzo rapporto include un elenco di undici ostaggi donne che furono rilasciate all’inizio della guerra, la maggior parte durante la tregua di novembre, durata una settimana. Ad oggi, 97 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre sono ancora a Gaza, compresi i corpi di almeno 34 persone confermati anche dalle Forze di difesa israeliane. 

Foto copertina: ANSA / HAITHAM IMAD | L’attacco a Khan Younis, nel Sud della Striscia di Gaza

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