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Scuola, i sindacati litigano su chi deve cambiare i pannolini. L’Aran prova a chiudere: «Spetta sempre ai collaboratori scolastici»

25 Ottobre 2024 - 21:36 Ygnazia Cigna
collaboratori scolastici bidelli pannolini
collaboratori scolastici bidelli pannolini
L'Agenzia che rappresenta le pubbliche amministrazioni in sede di contrattazione scioglie i dubbi interpretativi di questi mesi. Ma la Uil denuncia: «Serve formazione specifica»

Chi deve cambiare i pannolini a scuola? È questo il dilemma che ha suscitato discussioni e incertezze interpretative negli ultimi mesi. Con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (Ccnl) dal primo maggio, la figura del collaboratore scolastico – spesso chiamata impropriamente “bidello” – ha visto ampliare le proprie mansioni. Tra le novità più controverse, vi è l’obbligo di provvedere all’igiene personale non solo degli alunni con disabilità, ma anche di tutti i bambini nelle scuole dell’infanzia e primaria. Questo cambiamento ha generato dubbi interpretativi e critiche sia nelle scuole che tra le principali sigle sindacali. Il quesito centrale è: i collaboratori scolastici devono occuparsi dell’igiene di tutti gli alunni o solo di quelli con disabilità? A fare chiarezza è ora intervenuta l’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), che ha specificato che i collaboratori scolastici sono obbligati a occuparsi di tutti gli alunni. Inoltre, ha ricordato una sentenza della Cassazione (n. 22786 del 30/05/2016) che stabilisce come il rifiuto di questi compiti possa configurarsi come un reato di omissione di atti d’ufficio.

Lo scontro tra sindacati

Tradizionalmente, l’assistenza igienico-sanitaria fornita dai collaboratori scolastici era limitata agli alunni con disabilità. Tuttavia, il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) ha ampliato questo compito, estendendolo a tutti i bambini delle scuole dell’infanzia e primaria, non solo a quelli con disabilità. Ma questa modifica ha suscitato interpretazioni diverse tra i sindacati nei mesi scorsi. La Flc Cgil, che ha firmato il contratto assieme ad altre sigle, sosteneva che questa nuova formulazione non rappresentasse una vera novità. A loro avviso, il nuovo contratto aveva solo «chiarito» un compito che, di fatto, era già stato stabilito nei contratti precedenti. E l’estensione a tutti i bambini si sarebbe limitata a esplicitare in maniera più precisa mansioni già in precedenza attribuite ai collaboratori scolastici, ora specificate per le scuole dell’infanzia e primaria. Al contrario, i sindacalisti della Uil Scuola hanno contestato questa interpretazione, affermando che il contratto del 2006-2009 prevedeva chiaramente l’assistenza solo per gli alunni con disabilità. Questo disaccordo ha generato l’incertezza in più scuole sull’applicazione delle nuove disposizioni, tanto che una di queste ha fatto richiesta di chiarimento all’Aran. Che ora ha fornito risposta.

«Serve formazione per queste mansioni»

La questione, tuttavia, solleva un ulteriore aspetto cruciale. Ugo Previti, sindacalista della Uil, mette in evidenza con Open che l’inclusione di queste nuove mansioni dovrebbe comportare «una necessità di riorganizzazione interna nelle scuole». È essenziale, a suo avviso, che venga fornita una formazione specifica ai collaboratori scolastici affinché possano affrontare con competenza e professionalità i loro nuovi compiti. «È fondamentale», aggiunge Previti, «che il personale sia preparato e formato per garantire non solo il rispetto delle norme vigenti, ma anche la sicurezza degli alunni che seguono».

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