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X Factor, fuori al primo live i Dimensione Brama. Bene Francamente e Puncake. Le pagelle

25 Ottobre 2024 - 04:12 Gabriele Fazio
Primo live X Factor, fuori i Dimensione Brama
Primo live X Factor, fuori i Dimensione Brama
La giuria si anima solo quando Paola Iezzi, che ha dovuto scegliere tra due suoi concorrenti al ballottaggio finale, denuncia una congiura dei colleghi contro il pop commerciale

Per far capire che il programma parla di musica, la 18esima edizione di X Factor la apre Giorgia, la nuova conduttrice, con un medley che ondeggia tra brividi e una furiosa cazzimma pop. I quattro nuovi giudici, Manuel Agnelli, Jake La Furia, Paola Iezzi e Achille Lauro, erano chiamati a concretizzare questa rinascita di X Factor dopo le belle premesse della fase di selezioni, che naturalmente è un montaggio dei momenti salienti, quindi in linea di massima danno sempre quell’impressione lì. Ma gli amanti del calcio sanno che gli highlitghs non sono la partita. Ecco, uguale, infatti il ritmo, rispetto le prime puntate, si è rallentato a livello partita. Una partita gradevole, con qualche bel gol (Mimì, I Patagarri, Francamente, Puncake) e un risultato finale che troviamo corretto, ovvero l’eliminazione dei Dimensione Brama. La giuria funziona bene, non ci sono stati grossi fuochi d’artificio finché non si è palesato l’impasse di Paola Iezzi, ovvero due della sua squadra al ballottaggio finale che lei, pur di non ammettere assegnazioni sbagliate, prende come una congiura contro il pop commerciale. Ma magari.

The Foolz – 90MIN – Voto: 5,5

Non male l’idea di far pendere 90MIN, capolavoro di Salmo, dalla parte rock. Solo che, bisogna dirlo e non c’è niente di male: il cantante dei The Foolz, sarà pure il Jim Morrison di Novaglie ma non è Salmo. Il pezzo viene spogliato di quella sana e rigenerante rabbia ed era una trappola che uno come Jake avrebbe dovuto prevedere. Sta di fatto che piacciono a tutti i giudici, tutti gli dicono che son belli, hanno ammosciato forse uno dei più pungenti brani a tema sociale degli ultimi 30-40 anni, ma son belli. Belli e insufficienti.

Lowrah – Hey Mama – Voto: 5,5

Regge a fatica la solita ed irritantissima cornice scenografica dello show, ormai diventata una sorta di ingordo barocchismo che in molti casi oscura totalmente le esibizioni. In certi punti si percepiscono nette diverse imprecisioni, tanto che la sua interpretazione ci trascina dritti dritti dentro la cameretta di una quindicenne che, spazzola in mano, gioca a fare la popstar.

Les Votives – Are You Gonna Be My Girl – Voto: 6

Onesta cover furbescamente tenuta al guinzaglio perché la tenera voce dei Les Votives mal si adatta all’urlato del ritornello. Che però in pratica rappresenta tutta la canzone. Loro sono giovani forte, sono bravi forte, di conseguenza noi li odiamo forte. Si scherza, è tutta invidia. Becchi i Les Votives alla sagra dello zucchino di Borgo Montenero, ingolfato di rosso della casa, e pensi: «Oh, bravi! Vabbè, ci facciamo un tiramisù?».

Danielle – Milano e Vincenzo – Voto: 5,5

L’esperienza di 17 edizioni di X Factor ci dice che Danielle è il classico concorrente che un paio di mesi dopo la fine dello show esce un suo singolo e pensi: «Ah già! Danielle». Speriamo di sbagliarci, perché il ragazzo ha un certo carisma, ma l’esibizione non va oltre la correttezza, il «mmm…ok», ma con molta titubanza.

Dimensione Brama – L’estate sta finendo – Voto: 4,5

I Dimensione Brama non sono una band, sono un addio al celibato molto alcolico e molto divertente. Non male l’arrangiamento, molto male il cantante, rimasto incastrato in un loop temporale che lo costringe a vivere un continuo concerto new wave del 1986. Non lo invidiamo. Vanno giustamente al ballottaggio contro Pablo Murphy e, altrettanto giustamente, vanno a casa al grido di «Eravamo gli infiltrati e ci avete scoperto subito» e «Addio alla tv!». Una scena discretamente triste che ricorda quando da ragazzini, mentre la fidanzatina delle medie ci stava lasciando, prima che finisse il discorsetto, le gridavamo in faccia «Si, ma ti ho lasciata io!».

Mimì – Don’t Beat The Girl Out Of My Boy – Voto: 8

Non aveva mai dimostrato la sua età fino a ieri sera, quando è rimasta vittima di un pò di sana emozione, ma siccome parliamo, senza alcun dubbio, di uno dei maggiori talenti mai passati da X Factor, lei apre le labbra, tira fuori una mina nucleare e spacca uguale. Agnelli glielo dice chiaro e tondo: «ti sei cagata addosso», a quanto pare nel pezzo doveva metterci un altro acuto, ancor più potente di quello che ci ha fatto sentire. Che dire? Una con quella voce ha sempre ragione, evidentemente non ce lo meritavamo. Jake ha detto: «sei benedetta». Corretto.

I Patagarri – Medley Alleluja, Tutti Jazzisti! (Ev’rybody Wants To Be A Cat) / Hey Pachuco – Voto: 7,5

Ogni anno ci sono dei concorrenti che fanno una cosa in Italia (purtroppo) totalmente invendibile, che non c’entra niente con X Factor, e quest’anno tocca ai Patagarri. Godiamoci la band finché rimane dentro, è la pausa che X Factor ci regala dal resto dello show, intriso, come è anche giusto che sia, da questa brama del farcela a tutti i costi, dalla narrativa del sogno, dall’infuocata passione. E poi ci si dimentica della musica, sana, divertente, suonata, che i Patagarri incarnano con questo loro stile da matrimonio hipster. Buon buffet, ottimi i ravioli spada e melanzane, prosecchino, la Lambada, i Ricchi e Poveri, la torta, i confetti, la bomboniera, w gli sposi.

El Ma – Rise – Voto: 6

Questo ultrapop contemporaneo già ci stufa in versione originale, figuriamoci in versione cover. Detto ciò, la ragazza è brava, sul palco si muove con la leggiadria di Gennaro Gattuso, e su un’esibizione ultrapop si nota assai. Ha 17 anni, crescerà, quando crescerà farà cose che non ci interesseranno nemmeno per sbaglio. Ma crescerà. Com’è naturale che sia, tra l’altro, nessuno, che si sappia, riesce a non farlo.

Pablo Murphy – We Are Never Ever Getting Back Together – Voto: 6,5

C’è da dire che il ragazzo si diverte un sacco ed è una cosa contagiosa, anche se di Taylor Swift ce ne importa il giusto. Ha ragione Achille Lauro, era tutto molto teen. Ha ragione Manuel Agnelli, era senza spessore. E Jake La Furia, è tutto superfelicione, superparty. Paola Iezzi risponde che bisogna sfatare il mito che il teenpop non va bene. E no, non ha ragione. Detto ciò, siccome stiamo guardando la tv e ci saranno tante giovini bimbe che guardano lo show, Pablo Murphy evidentemente è qui per loro e la cosa parrebbe funzionare. È Bob Dylan? No. Ma nemmeno Paola Iezzi è Madonna. Quindi alla fine tutto torna.

Francamente – Promises – Voto: 8,5

Imbraccia la chitarra, prende Promises e ne fa una versione acustica che non perde un briciolo della sua potenza rock dirompente. Un miracolo. Francamente sembra contenere un tesoro, speriamo avremo modo di goderne a prescindere dalla giostra televisiva.

Punkcake – Police On My Back – Voto: 8,5

Il contesto tende a rendere quasi ridicolo anche solo l’utilizzo della parola «punk». Siamo in tv, di cosa stiamo parlando? Il punto però è che noi crediamo a tutto. Proprio tutto tutto. Noi crediamo davvero che siano completamente pazzi, nell’accezione più genialoide del termine, e anche che siano particolarmente bravi con gli strumenti in mano. Crediamo anche che il cantante abbia un carisma da rockstar e crediamo che nessuno in quel teatro, Manuel Agnelli a parte, parli la sua stessa lingua in termini di presenza. L’esibizione è stata lucida e spregiudicata allo stesso tempo. Peccato che il nome della band sia uno dei peggiori della storia del mondo, una roba degna di Eternal Sunshine of the Spotless Mind tradotto Se mi lasci ti cancello, ma ci passeremo su.

Lorenzo Salvetti – Margherita – Voto: 5,5

Tutto corretto. Pulito. Tutto giusto. Tutto piatto. Ti viene voglia di invadere il palco urlando e spargere ovunque vernice fluo mentre ti dai fuoco. Anche le ballad hanno vene dentro le quali deve scorrere sangue, esattamente come noi.

Giorgia – Voto: 8

L’essere fuori ruolo le dona moltissimo, ha una simpatia contagiante, le si vuole proprio bene. Poi alle volte, così, per diletto, rientra pure un attimo nel suo di ruolo. Ed è semplicemente divina. Ha creato un clima accogliente e anche le sbavature altro non facevano che farcela sentire ancora più vicina, naturale come se fossimo nella stessa stanza. Ottima scelta.

Ghali – Voto: 9

Quanta classe. Ghali è un artista fatto e finito, un artista risolto. Uno stile inimitabile, qualsiasi genere di brano decida di indossare. La ballad struggente, il brano politico sanremese, la hit extra cool, tutto gli calza a pennello, tutto è dominato senza una goccia di sudore.

Achille Lauro – Voto: 6

L’unico che dice no. Con garbo, sperando che il proiettile finisca nel vuoto, ma almeno tira il grilletto e accende la discussione. I commenti sono tutti giusti, le assegnazioni anche. Non regala chissà quale spessore al dibattito, anzi, fa spesso riferimenti alla sua musica, cosa che magari è meglio evitare, giusto per non ricordarcela, ma parrebbe vivo e presente. Rispetto alla scorsa edizione un gigantesco passo in avanti.

Jake La Furia – Voto: 6

Salva il capitolo assegnazioni con Promises a Francamente, la migliore esibizione della serata. Regge fino ad un certo punto il discorso sul pop di Paola Iezzi e, col sorriso sulle labbra, sbotta. La pazienza ha un limite e lui pare non avere difficoltà a scavalcarlo e farsi valere.

Manuel Agnelli – Voto: 6

Vestito con la camicia da notte di Paola Iezzi, Agnelli a questa storia della giuria di migliori amichetti persemprissimo ci tiene un sacco. Viene beccato dalle telecamere a calmare Paola Iezzi dopo la discussione sullo spessore intellettuale del pop. Noi preferiamo quando smonta brutalmente certe manifestazioni, anche in rappresentanza di quella fetta di pubblico che ama la musica vera. Pop o non pop. Ma resta uno dei migliori giudici della storia di X Factor e il suo ritorno è di sicuro un bene.

Paola Iezzi – Voto: 4,5

Il suo Pablo Murphy è finito nella manche sbagliata, con diversi fenomeni dell’edizione, quindi il ballottaggio finale poteva starci. Assegnare i Righeira ai Dimensione Brama è stata invece una follia tutta sua. Lei dice di identificarsi della band perché «Qualsiasi cosa facevamo non andava bene», considerato che le cose che andavano bene erano Amici come prima, Vamos a bailar e Furore, eviteremmo ulteriori commenti. La sua filippica in difesa del pop, che è chiaramente una filippica in difesa del proprio lavoro contro tutti quelli che pensano che il progetto Paola&Chiara non sia esattamente imprescindibile, è una cosa che temiamo di doverci subire da qui al 5 dicembre. Masterchef arriva sempre troppo tardi.

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