Lo sfogo di Alessandro Giuli al ristorante e le dimissioni: «Sul mio cadavere molte impronte digitali»
In un retroscena sul Corriere della Sera oggi il ministro della Cultura Alessandro Giuli replica alle accuse di Report con nonchalance. Ma c’è qualcosa che non torna. Perché intanto Il Fatto Quotidiano oggi racconta che lo stato d’animo dell’esponente del governo Meloni non è così serafico come lo si dipinge. Giuli è in un ristorante sull’Aurelia Antica con un amico. A cui consegna fin dall’inizio una riflessione piuttosto apocalittica: «Il mio cadavere sarà pieno di impronte digitali. Questo lo si sa». Tanto che l’altro, alla fine del pranzo, lo saluta con una previsione altrettanto apocalittica: «Così frana tutto, cazzo!». E così, mentre si inseguono voci su orge gay al ministero e altre amenità, il dato di fatto è uno: il ministro che ha sostituito Gennaro Sangiuliano è già sull’orlo delle dimissioni.
«Non mi dileguerò con le tenebre»
Giuli racconta all’amico della troupe delle Iene che si è trovato davanti casa al ritorno da Venezia: «Sono venute sotto casa. Hanno spaventato la mia bimba che era alla finestra e mi ha chiesto: papà perché hai litigato con quel signore? Così no, così non è vita e non è giusto. Volete che prenda cappello e lasci la poltrona?». Poi è il momento della nostalgia: «Stavo così bene al Maxxi e l’ultima cosa che pensavo era di sostituire Sangiuliano al quale anzi tutte le volte che ho potuto ho dato una mano, ho offerto un consiglio che ritenevo utile, ho agevolato la soluzione di un problema». L’amico gli dice che vogliono costringerlo alle dimissioni. E lui: «Mica andrei via di notte? Mica pensano che mi dileguo con le tenebre?». Poi il saluto dell’amico con la previsione sulle frane in arrivo. Mentre Giorgia Meloni viene dipinta come sempre più inquieta e furiosa.
Non sono così moderno da essere omosessuale
Giuli sostiene di essere «un socialista liberale di radice gentiliana (Giovanni Gentile fu una figura di spicco del fascismo italiano ndr). Conserverò la mia identità e la mia autonomia, costi quel che costi. Non sono così moderno da essere omosessuale, mi tocca specificare anche questo? E non mi importa se tentano di ridicolizzarmi, di farmi divenire una presenza fissa nello show di Maurizio Crozza. Le mie parole che in Italia sembrano ora oscure oppure esoteriche, mi sono valse l’apprezzamento della Frankfurter Allgeimeine Zeitung (è un importante quotidiano tedesco, ndr) per il discorso fatto alla fiera del libro di Francoforte. Facciano pure ironia ma questa è la verità». Così parlò Giulithustra.