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L’attacco di Israele all’Iran è iniziato stanotte: «Rischio guerra totale in Medio Oriente» – Il video

All'1 e 26 i bombardamenti sugli obiettivi militari in diverse città. 100 aerei hanno colpito Teheran e Karaj. Colpiti solo i siti militari

L’attacco di Israele all’Iran è iniziato stanotte 26 ottobre all’1.26. La rappresaglia arriva in risposta ai missili balistici lanciati da Teheran il primo ottobre. L’annuncio ufficiale dell’Idf: «In risposta a mesi di continui attacchi dal regime iraniano contro lo Stato di Israele, sono in corso bombardamenti mirati su obiettivi militari in Iran da parte delle forze di difesa israeliane. Come ogni altro paese sovrano nel mondo, lo Stato di Israele ha il diritto e il dovere di rispondere. Le nostre capacità difensive e offensive sono completamente mobilitate», affermano i militari. «Faremo tutto il necessario per difendere lo Stato d’Israele e il popolo d’Israele», concludono. Gli Stati Uniti hanno detto che gli attacchi sono «autodifesa». Tel Aviv ha informato la Casa Bianca poco prima dell’inizio dei bombardamenti.

Le dimensioni dell’attacco

Secondo il Jerusalem Post l’attacco ha coinvolto oltre 100 aerei, tra cui caccia stealth F-35 “Adir”, coprendo circa 2.000 chilometri. Gli attacchi si sono concentrati su Teheran e Karaj, con l’Idf che ha affermato che ogni ondata ha preso di mira esclusivamente siti militari, mitigando ulteriori rischi di conflitto. L’operazione è probabilmente iniziata con ondate iniziali che hanno attaccato i sistemi radar e di difesa aerea, aprendo la strada a successivi attacchi alle basi militari. In precedenza, un attacco coordinato in Siria ha neutralizzato minacce simili, impedendo all’Iran di acquisire consapevolezza della situazione dei piani di Israele. L’Iran fa sapere di essere pronto a rispondere a qualsiasi aggressione. Lo afferma l’agenzia di stampa iraniana Tasnim, citando fonti accreditate. «Non c’è dubbio che Israele affronterà una reazione proporzionale per qualsiasi azione intrapresa», affermano le fonti.

Gli obiettivi

Un rappresentante del governo israeliano ha detto a Nbc che Israele non sta prendendo di mira impianti nucleari o petroliferi iraniani ma si sta concentrando su obiettivi militari: «Stiamo prendendo di mira quelli che ci hanno minacciato in passato o potrebbero farlo in futuro». Joe Biden e i suoi principali consiglieri per la sicurezza nazionale, nei giorni scorsi, hanno spiegato di non sostenere attacchi agli impianti nucleari o alle riserve petrolifere iraniane. Il New York Times ha espresso preoccupazione per il rischio che l’attacco di Israele all’Iran potrebbe provocare un’escalation nel conflitto tra Israele e Iran. «L’attacco diretto accresce le paure che i turbolenti conflitti in Medio Oriente possano sfociare in una guerra totale tra Israele e Iran, le due potenze militari più forti nella regione».

La seconda ondata

Israele ha attaccato basi militari a ovest e a sud di Teheran. Un alto funzionario israeliano ha riferito che «gli iraniani non sono riusciti ad abbattere i nostri missili». Una seconda ondata è partita poco dopo le 3 del mattino. Si sentono esplosioni nella città di Shiraz, nel centro-sud del Paese. La notizia non ha avuto al momento conferme ufficiali. L’attacco potrebbe durare tutta la notte. Finora non sono state segnalate vittime israeliane e nessun danno agli aerei da guerra israeliani, ha detto spiegato una fonte ad Abc.

Intanto la Resistenza islamica in Iraq ha rivendicato la responsabilità dell’attacco di un drone contro un «obiettivo militare» nel nord di Israele, che è avvenuto dopo l’annuncio di attacchi israeliani contro l’Iran. «I combattenti della Resistenza islamica in Iraq hanno effettuato un attacco con un drone all’alba di sabato contro un obiettivo militare a San Giovanni d’Acri», nel nord di Israele, ha dichiarato il gruppo su Telegram.

Netanyahu

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha condotto un incontro di valutazione con i massimi funzionari militari e di sicurezza del paese dopo quelli che sono stati definiti come «attacchi di precisione» sull’Iran. All’incontro, presso la base militare di Kirya a Tel Aviv, hanno partecipato il ministro della Difesa, il capo di stato maggiore dell’esercito, il capo del Mossad (intelligence estera) e il capo dello Shin Bet (intelligence interna).

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