I genitori di Leonardo Calcina, suicida a Senigallia: «Ricattato con video e foto»
Leonardo Calcina, che si è tolto la vita a Montignano di Senigallia, era sotto ricatto. I bulli che lo tormentavano hanno fatto «qualcosa di più e di più grave». A dirlo sono il padre Francesco e la madre Viktoryia Ramanenka in un’intervista a Repubblica. Con loro c’è l’avvocata e amica di famiglia Pia Perricci: «Chiediamo il licenziamento per chi a scuola ha sbagliato e vogliamo che vengano acquisti i telefoni dei tre ragazzi che abbiamo indicato». Loro, i tre accusati, non li hanno mai contattati: «Anzi, uno di loro ha fatto di peggio. Su TikTok ha scritto un post chiaramente allusivo. Agli inquirenti faremo avere anche questo. Significa che non hanno capito nulla di quello che è successo. E noi sospettiamo anche che ci sia qualcosa di più».
Video e foto
I genitori di Leonardo temono «che ci siano dei video o delle foto, che abbiano fatto girare sul web o che minacciavano di diffondere, e che Leonardo venisse bullizzato anche fuori dall’ambiente scolastico. Alcuni studenti hanno detto che anche all’uscita veniva perseguitato. Noi abbiamo bisogno di sapere cosa sia successo davvero in questo mese». Un amico di infanzia «l’anno scorso è stato vittima di quei tre. Il giorno dopo la morte di Leo è stato picchiato da uno dei tre bulli, che gli ha intimato di non azzardarsi a fare il suo nome». Dei problemi il figlio «ha parlato solo negli ultimi tempi, all’inizio sembrava tutto tranquillo. Speriamo si riesca a aprire il telefono di Leo. La verità è lì dentro, purtroppo è un iphone e ha un sistema di sicurezza difficile da bucare. Pensavamo di conoscere la password, ma evidentemente l’aveva cambiata di recente. Abbiamo trovato un foglio con dei codici, ma nessuno funziona, quindi dovrà essere mandato all’estero».
La scuola
«Fa male, fa tutto troppo male. Per questo chiediamo a tutti i genitori di Senigallia di essere uniti, di denunciare. Da fuori quella scuola sembra impeccabile, tranquilla, ma ogni giorno scopriamo qualcosa di marcio in più. Ci vuole chiarezza. Ci sono troppi ragazzi lì dentro ed evidentemente sono a rischio», dicono. E ai genitori dei ragazzi che tormentavano Leo «penserà la procura».