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Università di Genova, c’è anche una minorenne tra le studentesse “spogliate” dal prof con l’intelligenza artificiale

26 Ottobre 2024 - 09:08 Ugo Milano
Il professore associato di Architettura, sospeso dall'ateneo, potrebbe dover rispondere del reato di «pornografia virtuale» e rischia fino a tre anni di carcere

Ci sarebbero anche immagini di ragazze minorenni nel cellulare del professore di Architettura dell’Università di Genova indagato dalla procura per il reato di diffamazione a mezzo stampa. L’inchiesta è partita dopo che alcune studentesse hanno denunciato di essere state “spogliate” dal loro professore, che modificava alcune loro immagini tramite un software di intelligenza artificiale e le inoltrava in un canale Telegram con un centinaio di iscritti. Ma c’è una novità, scrive La Repubblica Genova, che è emersa durante le indagini: quelle foto ritraggono almeno una delle studentesse quando ancora era minorenne.

La «pornografia virtuale»

Questo, spiega il quotidiano locale, significa che il professore universitario rischia di dover rispondere di un reato ben più grave del codice penale. Si tratta di quello previsto dall’articolo 600 e che riguarda la «pornografia virtuale», ossia «immagini realizzate con tecniche di elaborazione grafica non associate in tutto o in parte a situazioni reali». Si tratta di un reato che si configura solo se le vittime hanno meno di 18 anni e la pena prevista arriva fino a 3 anni di reclusione (5 in caso di «ingente quantità» del materiale pornografico).

La sospensione del prof

La polizia postale ligure ha sequestrato i dispositivi elettronici del docente sia nella sua abitazione che nell’ufficio di facoltà all’Università di Genova. Sono almeno sei, scrive Repubblica, le studentesse che hanno sporto denuncia ai vertici dell’ateneo. Da allora, il professore associato è stato sospeso. «Non entro nel merito dell’indagine. Posso solo dire che seguiamo con grande attenzione l’evolversi del lavoro degli inquirenti e per qualsiasi, eventuale provvedimento definitivo non possiamo fare altro che aspettare», ha spiegato il rettore Federico Delfino.

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