Elezioni in Georgia, Mosca: «Nessun Paese interferisca». E l’Ue chiede di indagare sui presunti «brogli»
La vittoria del partito di governo filo-russo «Sogno Georgiano» alle elezioni parlamentari avrà delle conseguenze sul percorso di adesione della Georgia all’Unione europea. Il trionfo del leader miliardario Bidzina Ivanishvili allontana nettamente il Paese da Bruxelles, che dovrà tener conto dell’esito delle urne. Ma avrà delle ripercussioni anche sugli equilibri interni al Vecchio Continente. Non a caso è atteso per oggi a Tbilisi il premier Viktor Orbàn. Ad accompagnarlo ci sarà un’ampia delegazione governativa che include il ministro degli Esteri, dell’Economia e delle Finanze. Un viaggio, quello del premier magiaro, che non avverrà su “mandato” dell’Ue. Per l’Alto rappresentante Josep Borrell, il leader di Budapest non «rappresenterà l’Unione» durante la sua visita. «Non ha alcuna autorità», chiosa. Sul fronte blustellato, l’opposizione ha gridato fin da subito allo «scandalo» parlando di «elezioni rubate», con la presidente Salomé Zourabichvili che ha rifiutato di riconoscere il risultato elettorale e convocato i manifestanti davanti al Parlamento alle ore 19 (le 16 in Italia) di oggi per protestare contro il risultato, bollato dalla stessa «un’operazione speciale di Mosca». Proposta che il presidente del Parlamento, Shalva Papuashvili, membro della formazione vincitrice, definisce un tentativo di «colpo di Stato».
La reazione di Mosca
Intanto, il Cremlino respinge come «assolutamente infondate» le accuse di una presunta interferenza. «Ora è molto importante che nessun paese terzo interferisca nei risultati di queste elezioni», il messaggio del portavoce di Mosca Dmitry Peskov. «È tutta una questione interna alla Georgia», ha concluso. Del dossier Georgia se ne parlerà al Consiglio europeo informale di Budapest. Il presidente Charles Michel, in un tweet, ha annunciato che il tema sarà all’ordine del giorno, avvertendo che le presunte irregolarità nel voto saranno affrontate dai 27 leader europei. Intanto, il silenzio con cui Ursula von der Leyen ha accolto l’esito del voto in Georgia non è passato inosservato. La Commissione europea puntava molto sulle elezioni a Tbilisi, venute a cadere a una settimana dal referendum con cui la Moldavia ha scelto di inserire l’adesione all’Ue nella sua Costituzione. Neppure le manifestazioni, guidate dai giovani della Georgia, che negli ultimi mesi si sono succedute contro una deriva autoritaria del governo, hanno prodotto l’effetto sperato: la vittoria del partito di governo avvicina, inevitabilmente, il Paese caucasico alla Russia di Vladimir Putin.