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Le civiche di destra trascinano il risultato di Bucci, insieme fanno il 15%: l’ombra di Toti e la profezia di Matteo Renzi

28 Ottobre 2024 - 20:01 Stefania Carboni
Orgoglio Liguria e Vince Liguria insieme sono il primo partito. Tra i candidati nomi forti dell'amministrazione uscente e renziani anche di peso

Qualcuno la dava per scontata ma in realtà questo duello all’ultimo voto tra il candidato del centrodestra Marco Bucci e quello del centrosinistra Andrea Orlando alle elezioni regionali in Liguria ha un vincitore. Se Bucci punta ad esser «il sindaco della Liguria» è proprio il caso di dire che grazie a Vince Liguria, attestata al 9,34% e ad Orgoglio Liguria, al 5,7% potrebbe diventare governatore. Fratelli d’Italia, partito di governo si attesta al 14,7% per cento. Le liste civiche sono al 15 nel conteggio del Viminale, al 16% stando alle proiezioni di Swg e Rai Opinio. «Oggi ha perso soprattutto chi concepisce la politica come uno scontro personale, come un insieme di antipatie e vendetta. Ha perso chi mette i veti. Ha perso chi non si preoccupa di vincere ma vuole solo escludere e odiare. Ha perso Giuseppe Conte, certo, e tutti quelli che con lui hanno alzato veti contro Italia Viva. Solo le mie preferenze personali delle Europee sarebbero bastate a cambiare l’esito della sfida, solo quelle. Aver messo un veto sulla comunità di Italia Viva ha portato il centrosinistra alla sconfitta», ha scritto su X il leader di Iv Matteo Renzi. «Auguro buon lavoro a Marco Bucci, nuovo presidente della Liguria. Spero di cuore che faccia bene, perché questa regione ha bisogno di una leadership forte e credibile dopo gli scandali e le polemiche. Saluto la battaglia di Andrea Orlando: ha combattuto una partita equilibrata e ha perso per un pugno di voti», ha aggiunto.

I totiani e gli ex Italia Viva

Chi sono i candidati forti di queste due liste? Sicuramente si registra la vittoria, nell’ombra, dell’ex presidente di Regione Giovanni Toti, dimessosi un anno prima della scadenza del suo mandato per l’inchiesta che lo ha coinvolto. In “Vince Liguria” non mancano volti noti della politica genovese, con diversi sindaci (o ex) e i tre “fedelissimi” dell’ex governatore: alla Spezia c’è Giacomo Giampedrone, assessore uscente alle Infrastrutture, a Genova c’è Jessica Nicolini, ex portavoce di Toti e coordinatrice delle politiche culturali della Regione, mentre a Savona corre il capogruppo uscente della lista Toti, Alessandro Bozzano. E proprio qui, sempre in Vince Liguria, parente della lista civica di Bucci alle comunali, Vince Genova, troviamo il primo nome di area renziana di peso: il consigliere comunale con delega ai Nuovi insediamenti aziendali Davide Falteri, uscito da poco da Italia Viva. L’altra lista civica, Orgoglio Liguria, ha vari nomi noti tra ex di Italia Viva ed ex di Azione. Segnali che possono far pensare a come l’area moderata possa aver punito la coalizione di centrosinistra (qualche maligno parla addirittura di voti di Italia Viva veicolati a destra) confermando la profezia di Matteo Renzi. L’ex premier aveva proposto varie formule per partecipare alla coalizione finendo poi, per i veti di M5s per ritirare sia i candidati dalla civica di centrosinistra sia l’ipotesi di una lista di area, anche senza simbolo di Iv. Azione ha invece presentato oggi leader di Italia Viva, che dopo il veto del M5S ha ritirato i propri candidati e il proprio simbolo in una lista anche con altre forze. La battaglia è all’ultimo voto, ma appare difficile ormai il sorpasso. E se davvero il centrosinistra emergesse sconfitto all’ultimo voto si avvererebbe la profezia di Renzi: «Quando si mettono i veti le elezioni le vince la Meloni».

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