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Georgia, migliaia in piazza contro il governo dopo l’elezione «rubata». La presidente accusa la Russia: «Guerra ibrida, l’Ue vigili» – Foto e video

28 Ottobre 2024 - 17:48 Simone Disegni
La protesta a 48 ore dal voto che ha sancito (ufficialmente) il successo dei filorussi di Sogno Georgiano. E Orbàn sbarca a Tbilisi

Migliaia di persone sono scese in piazza al calare della sera su Tbilisi, la capitale della Georgia, all’indomani della “certificazione” da parte delle autorità di governo della vittoria del partito filorusso Sogno Georgiano (già al governo) alle elezioni politiche svoltesi sabato. La manifestazione era stata convocata ieri dalle opposizioni e dalla stessa presidente del Paese Salome Zourabichvili per protestare a gran voce contro i presunti brogli, minacce e irregolarità di varia natura che avrebbero distorto l’esito del voto. In piazza sventolano bandiere della Georgia e dell’Unione europea e risuona l’inno nazionale, proprio come nei lunghi mesi di proteste di piazza contro l’approvazione della legge sugli agenti stranieri – bollata dall’opposizione “legge russa” – volta a rendere la vita impossibile alle organizzazioni della società civile finanziate dall’estero. A scaldare la piazza anti-brogli è arrivata la stessa presidente Zourabichvili, punto di riferimento del blocco che guarda all’integrazione della Georgia in Ue e alla partnership con gli Usa. Che prima di raggiungere la “sua” piazza ha ribadito tutte le accuse in due interviste a catene tv europee, France 24 e Deutsche Welle.

Le accuse della presidente al Cremlino

«Le manifestazioni degli scorsi mesi contro la “legge russa” e i sondaggi mostravano chiaramente come la grande maggioranza della popolazione non vuole questa deriva russa, ma la vittoria dei partiti pro-Europa», ha spiegato Zourabichvili. Che punta il dito direttamente contro la Russia, rea di aver «ispirato» l’intera strategia di Sogno Georgiano: dalle minacce ai leader pro-Europa, lei compresa, alla campagna elettorale con poster e slogan identici a quelli visti a Mosca, sino alle «violazioni sistematiche» della libertà di voto il giorno delle elezioni. «Fa parte della guerra ibrida che la Russia muove per distorcere la via europea apertasi e a portata di mano della Georgia per bloccarla», ha detto ancora la presidente, accusando i leader di Sogno Georgiano di agire come nient’altro che «proxy di Mosca». Appello finale, tanto alla sua opinione pubblica quanto a quella europea, alla vigilanza su quanto potrebbe (e non deve) accadere nel Paese nelle prossime ore, giorni o settimane: «Se i diritti dell’uomo, le libertà fondamentali e l’orientamento pro-Europa viene strappato alla popolazione, il Paese sarà destabilizzato. Bisogna evitarlo. Ma così come la popolazione in piazza stasera, sono certa che torneremo in modo pacifico al nostro futuro europeo, nella pace e nella stabilità».

Il contropiede di Orbàn

Di ben altro avviso pare essere il premier ungherese, Viktor Orbàn, che proprio mentre il popolo pro-Europa si preparava a scendere in piazza è sbarcato a Tbilisi. Era stato proprio lui il primo leader occidentale a congratularsi con il governo in carica per la conferma apparentemente arrivata dalle urne quando neppure erano stati diffusi i risultati ufficiali dello scrutinio: «Il popolo della Georgia sa cosa è meglio per il suo Paese e oggi ha fatto sentire la sua voce», aveva scritto Orbàn sabato sera, alludendo con ogni evidenza al sentiero di costruzione di un’autocrazia vicina alla Russia, non dissimile da quella da lui stesso consolidata in vent’anni di potere in Ungheria. Tra stasera e domani Orbàn dovrebbe incontrare dunque gli “amici” di Sogno Georgiano, mentre la presidente Zourabichvili ha escluso qualsiasi incontro con leader magiaro, che da luglio a dicembre di quest’anno ricopre anche l’incarico a rotazione di presidente del Consiglio Ue.

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