Liguria, scontro al veleno Renzi-Conte dopo la sconfitta: «Colpa dei veti su Italia Viva». «Con lui si perde». Orlando: «Campo largo da rivedere»
«Questo risultato ci deve fare riflettere, deve fare riflettere il centrosinistra nazionale ma ci deve anche incoraggiare alla battaglia che non è finita e che intendo portare avanti». Sono le prime parole pubbliche di Andrea Orlando dopo che è maturata la sconfitta in Liguria. La vittoria di misura di Marco Bucci è stata subito riconosciuta, col fair play che aveva segnato pure la campagna elettorale. Ma ciò non significa che non lasci l’amaro in bocca. «Sapevamo di dovere contrastare un sistema di potere forte e arroccato ma le forze del centrosinistra hanno collaborato bene – ragiona Orlando – anche se abbiamo pagato qualche problema di troppo del campo largo». Riferimento evidente alle tensioni registratesi nel corso della campagna elettorale tra Italia Viva e Movimento cinque stelle: il partito di Matteo Renzi ha spinto per entrare in coalizione, anche per dimostrare la sua nuova direzione politica, i grillini sono andati in fibrillazione e hanno messo il voto. E ora c’è chi fa i conti e dice apertamente che inserendo a pieno titolo Italia Viva nel blocco pro-Orlando forse l’ex ministro Pd ce l’avrebbe fatta.
Renzi-Conte, volano gli stracci
È durissimo in serata lo stesso Matteo Renzi: «Oggi ha perso soprattutto chi concepisce la politica come uno scontro personale, come un insieme di antipatie e vendetta», scrive l’ex premier su X. «Ha perso chi mette i veti. Ha perso chi non si preoccupa di vincere ma vuole solo escludere e odiare. Ha perso Giuseppe Conte, certo, e tutti quelli che con lui hanno alzato veti contro Italia Viva». Perché? Basta guardare i numeri dell’elezione, nota Renzi. «Solo le mie preferenze personali delle Europee sarebbero bastate a cambiare l’esito della sfida, solo quelle. Aver messo un veto sulla comunità di Italia Viva ha portato il centrosinistra alla sconfitta. Senza il centro non si vince: lo ha dimostrato la Basilicata qualche mese fa, lo conferma la Liguria oggi. Vedremo se qualcuno vorrà far tesoro di questa lezione». Altrettanto velenosa la replica del leader pentastellato: «Non ci turbano le uscite di chi questi minuti prova a ridurre la politica a una fredda questione di numeri», manda a dire a Renzi Giuseppe Conte. «Lascino da parte le calcolatrici: ipotizzare fantasiose alleanze con Renzi e i suoi epigoni avrebbe solo fatto perdere ancor più voti al M5S e quindi alla coalizione, a chi voleva dare una scossa a tutta la Liguria».
October 28, 2024
Lezioni da destra
A ciascuno i suoi calcoli e le sue valutazioni. Nel mezzo del fuoco incrociato, di certo, è rimasto Andrea Orlando. Che da politico navigato già ragiona sulle lezioni. «Il tema fondamentale al di la dei singoli errori che ci possono essere stati è che il centrosinistra si deve dare un assetto coalizionale stabile. Perché non è possibile determinare il format di volta in volta». Il confronto con le dinamiche di funzionamento del centrodestra, da questo punto di vista, è impietoso. «Non avere un assetto stabile dà un vantaggio enorme a una coalizione che è in grado di essere pronta dopo una telefonata della sua leader», quella guidata da Giorgia Meloni appunto. «Noi non siamo cosi disciplinati e non vogliamo nemmeno diventarlo perché credo che la discussione e il pluralismo siano una ricchezza. Però a volte troppa ricchezza può fare un danno», conclude non senza amarezza Orlando.
Schlein e l’appello a deporre le armi
Chi prova a guardare oltre, adesso, è Elly Schlein. Questa l’analisi a caldo del risultato ligure secondo la leader dem: «Il Pd ha dato il massimo. Siamo consapevoli che non bastiamo. Scontiamo le difficoltà degli altri e speriamo che questo risultato faccia riflettere tutte le forze alternative alla destra, come fa riflettere noi, che non abbiamo speso un minuto in polemiche o competizioni con le altre opposizioni. Perché il nostro avversario è questa destra che vogliamo battere». Da domani si riparte con la costruzione del campo largo. Ma con pesanti macerie sul campo.