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Morte di Aurora, le chat e i documenti della famiglia della 13enne che punta il dito contro il fidanzato: «Ci sono anche certificati medici«»

28 Ottobre 2024 - 15:43 Massimo Ferraro
polizia padova aggressione ascia poliziotti
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La giovane è precipitata dall'ottavo piano di un palazzo a Piacenza: nel pomeriggio di lunedì 28 ottobre verrà eseguita l'autopsia

La famiglia di Aurora, la 13enne caduta giovedì mattina dall’ottavo piano del palazzo dove viveva e morta dopo un volo di circa 10 metri, è convinta che dietro la tragedia ci sia il fidanzato della giovane, indagato per omicidio volontario. Sui social la sorella della vittima punta il dito contro il 15enne, mentre i legali provano a tenere a freno la rabbia dei familiari. I quali parlano dell’aggressività del ragazzo, degli episodi di violenza, della gelosia, degli scatti d’ira. Per questo sono convinti che ancora non sia venuta fuori la verità su quanto accaduto la sera della morte di Aurora. Nel pomeriggio di lunedì 28 ottobre verrà svolta l’autopsia a Pavia ‘incarico è stato affidato dal pm della Procura per i minorenni di Bologna Simone Purgato al medico legale Giovanni Cecchetto, alla presenza delle parti. Il consulente potrà essere affiancato, se lo riterrà, da altri specialisti per l’aspetto tossicologico o per accertamenti genetici

Chat, documenti e referti medici

I genitori di Aurora stanno collezionando una ricca memoria che verrà presentata agli inquirenti. Nel faldone, saranno inserite le chat di Aurora con i familiari e con le amiche, le testimonianze di altri compagni di classe, e non solo. Secondo l’avvocato della madre, Lorenza Dordoni, intervistata dal Tg regionale dell’Emilia-Romagna, tra i documenti che verranno presentati ci sono anche alcuni certificati medici: «Saranno prodotti e vagliati dal pm, l’unico titolato a formulare concrete ipotesi di reato». Elementi che secondo chi tutela i parenti della vittima dovrebbero far emergere il comportamento ossessivo del 15enne. «Mi è dispiaciuto leggere notizie che sembrano esprimere già giudizi di responsabilità e colpevolezza», avverte Ettore Maini, avvocato difensore del giovane, «è un problema sociale, ma credo che, a maggior ragione in questa vicenda che coinvolge minorenni debba valere il principio giuridico della presunzione di innocenza».

Foto di repertorio: ANSA/US POLIZIA

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