Serval, serpenti, tartarughe azzannatrici: animali fantastici e dove trovarli (lungo il Tevere a Roma e nel Lazio)
Ci sono scimmie, felini, pitoni reali. Ma anche serpenti, iguana e tartarughe azzannatrici. In grado di staccare un dito a un uomo. E di travolgere un ecosistema. Sono gli animali selvatici, esotici e detenuti illegalmente che vengono ritrovati sulle sponde del fiume Tevere a Roma e nel Lazio. Dove i proprietari che li hanno comprati (magari illegalmente) se ne disfano perché non riescono più a gestirli. O perché non servono più dopo averli esibiti in qualche mostra o sui social network. Irene Davì del Cites dei carabinieri del Lazio e un rapporto della Lega Anti Vivisezione indagano il fenomeno degli animali acquistati online o nelle fiere all’estero che poi finiscono sequestrati nelle operazioni sulla cosiddetta Zoomafia.
La Zoomafia
La parola Zoomafia, spiega oggi Il Messaggero, indica la vendita e la detenzione di animali pericolosi, ma anche ogni altra illegalità contro gli animali. Secondo l’ultimo rapporto della Lav a Roma, in totale, nel 2023 sono stati registrati 136 procedimenti con 75 indagati. Rispetto al 2022, i procedimenti sono diminuiti del 2,86%, passando da 140 a 136, mentre il numero degli indagati è diminuito dell’8,54%, passando da 82 a 75. A livello nazionale il Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri ha effettuato 57 denunce e 76 sequestri. In media i sequestri sono una quarantina all’anno. Tra questi le famigerati tartarughe azzannatrici, ovvero le Chelyndra Serpentina. Ma anche felini come Serval e Caracal, che possono essere tenuti soltanto con l’autorizzazione della prefettura. Davì spiega che si comprano soprattutto su Internet. Ma anche le fiere spingono il commercio.
Serval e Caracal
Due anni fa in una tenuta privata della Capitale il nucleo Cites ha sequestrato un Serval e tre Caracal. Felini che costano fino a 10 mila euro. La detenzione senza autorizzazione comporta denuncia e sanzione amministrativa. Ma c’è anche chi ha acquistato illegalmente un rospo bufo alvarius che produce un veleno allucinogeno. E che viene leccato da chi vuole provare il brivido della droga naturale. È successo negli Usa. Invece le tartarughe azzannatrici ormai si sono create una loro colonia a Roma Nord. Andrea Lunerti, etologo e zoologo, le ha individuate tra Capena e Porta di Roma. Una invece era stata abbandonata in una fontana a Monteverde. «Sono carnivore, in grado di staccare una falange. Si trovava in una vasca di pesci rossi», spiega Lunerti.
Sul letto del Tevere
L’etologo spiega che è probabile che si siano già diffuse nel letto del Tevere. Dove vengono regolarmente ritrovate anche altre specie di animali. Una ventina di giorni fa un pitone reale è stato catturato a Ponte Mammolo. A Casale Lumbroso hanno ritrovato un boa costrictor. Un’altra tartaruga azzannatrice «è stata ritrovata nella palude di Torre Flavia. A gennaio invece abbiamo trovato un pesce scorpione in un locale sulla Prenestina. E un altro boa, stavolta a Tor Bella Monaca: «Era ferito. Purtroppo è un magnifico rettile che spesso finisce in mano alle persone sbagliate».