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Anche Al Bano vorrebbe rivedere Adriano Celentano: «È fondamentale per la nostra cultura»

29 Ottobre 2024 - 08:05 Alba Romano
al bano carrisi adriano celentano
al bano carrisi adriano celentano
Il cantante e la sua autobiografia in uscita per Mondadori

Al Bano ha scritto un’autobiografia che si chiama Il sole dentro ed è da oggi in libreria con Mondadori. In un’intervista al Corriere della Sera dice che il suo primo ricordo è «quando vidi mio padre per la prima volta. Avevo due anni e lui tornava dalla guerra. Mi ci volle un po’ per abituarmi a chiamarlo “papà”». Poi racconta: «Ho fatto l’imbianchino, ma non mi pagavano. Per un mese ho vissuto in un cantiere in costruzione al Giambellino, usando sacchi di cemento vuoti per chiudere le finestre e un’asse di legno come porta. Quando trovai posto come cameriere, nelle lettere a mia madre non scrissi mai che mestiere facevo: ai suoi occhi servire a tavola era una cosa da donne».

Al Bano e Celentano

A Milano ha fatto l’operaio metalmeccanico: «Alla Innocenti. Peccato che con la crisi dell’automobile finii in cassa integrazione. Per fortuna mi ero già avvicinato al clan Celentano». Anche lui vorrebbe rivedere il Molleggiato, come Teocoli: «Sì, forse a questo punto della mia vita, tra i grandi desideri che ho c’è quello di rivedere Adriano. Di persona, certo, ma anche sul palco, a cantare o a parlare. L’Italia non si è ancora resa conto di quello che Celentano ha rappresentato per la nostra cultura». Il suo primo 45 giri, La Strada, l’ha inciso proprio con il Clan: «E fu anche la prima volta che andai all’estero. Svizzera. Strabuzzai gli occhi davanti alla tavola della colazione: mai visto prima servire pane, burro e marmellata».

Il Papa

Di Francesco dice: «Un Papa straordinario, lo conosco bene. Quando mi ricoverarono d’urgenza in ospedale a Roma per un problema al cuore, io avevo in testa una cosa sola: giorni dopo avrei dovuto cantare davanti al Papa. I medici erano contrari, ma io dissi: “Se devo morire, meglio morire davanti al Papa che in ospedale”». E su Putin: «Ho cantato davanti a lui tante volte. Posso dire che è il più occidentale di tutti i russi, penso che sia stato mal consigliato». Ha anche rischiato di diventare consuocero di Madonna: «Una volta ero a una festa dove c’era anche lei e la sua famiglia. Uno dei figli adottivi di Madonna cominciò a interessarsi a mia figlia Jasmine. Ma poi il ragazzo ripartì per gli Stati Uniti e mia figlia restò qui. Ragazzate».

I valori tradizionali

Dice di non essere possessivo ma di avere valori tradizionali: «Non è vero che fui io a insistere con Romina Power per trasferirci a Cellino, fu lei a volerlo». L’ultima volta che ha visto Romina è stata «venti giorni fa, abbiamo cantato assieme». E su Loredana Lecciso dice: «Una brava donna. Una madre attenta, una che pensa ai figli, forse una che per un periodo ha dato troppa importanza alla televisione, ma che ora ha un modo di fare molto più riservato». Infine, la figlia Ylenia Carrisi scomparsa a New Orleans nel 1993: «Le parlai al telefono per l’ultima volta il 1° gennaio 1994. A New Orleans era ancora il 31 dicembre. Poi più nulla. Di questa storia ho parlato tante volte, qui però vorrei ringraziare per le migliaia e migliaia di messaggi di affetto e sostegno che ho ricevuto in questi trent’anni. Ne ricordo uno su tutti: quando, con la mia famiglia, andammo in Louisiana per capire che cosa fosse successo, mi telefonò Sophia Loren. Mi disse: “Se hai bisogno di me, farò di tutto per aiutarti”».

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