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La Lega contro Ghali per il tour con bandiera della Palestina e ong: «Fomenta l’immigrazione clandestina»

29 Ottobre 2024 - 23:27 Ugo Milano
Ghali Palestina genocidio
Ghali Palestina genocidio
Il rapper scalda il Forum di Assago anche riproponendo le sue battaglie: a Gaza «un genocidio, non una guerra». E Andrea Crippa attacca a testa bassa

Ghali sta riempiendo in questi giorni il Forum di Assago, da dove è partito il suo tour, che sempre a Milano terminerà il 15 novembre. E ieri sera, al debutto, l’artista ha ribadito con parole e gesti le sue convinzioni su quanto sta accadendo in Medio Oriente. Quella che Israele sta conducendo «non è guerra, ma un genocidio», ha ribadito come già aveva detto all’ultimo Festival di Sanremo poco prima di salire sul palco. E a riprova della sua militanza ha chiuso il concerto cantando “Casa mia” – il successo portato 9 mesi fa alla kermesse – sventolando dal palco una grande bandiera della Palestina. Spazio al Forum pure per l’impegno a fianco dei migranti, veicolato sia dal palco che nell’atrio del palazzetto, dove sono presenti per volontà dell’artista diversi banchetti per il sostegno a Mediterranea Saving Humans, la ong cui Ghali stesso ha donato una barca per il soccorso in mare, Banya, titolo di uno dei 30 pezzi con cui l’artista si è raccontato sul palco di Assago. Un impegno a tutto tondo che non tutti apprezzano. A bocciarlo su tutta la linea è il giorno dopo il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. Che in un colloquio con Affaritaliani.it attacca pesantemente il rapper di origini tunisine.

Hamas e immigrati clandestini: la Lega contro Ghali

«Proprio non ne sentivamo il bisogno dell’appello all’immigrazione clandestina e illegale del rapper Ghali fatto al Forum di Milano con tanto di bandiera della Palestina, senza alcun rispetto per le vittime civili israeliane del 7 ottobre 2023», si lamenta a voce alta il vice di Matteo Salvini. Che ovviamente non ha apprezzato neppure l’attivismo pro-immigrati. «L’immigrazione è una cosa seria. E se regolare e ben gestita fa bene al Paese. Si entra in Italia con un permesso di soggiorno e rispettando le regole. Questo dovrebbe essere il messaggio chiaro e forte da mandare ai giovani. E invece il rapper di origini tunisine, tipico esempio della sinistra estrema e radicale che disprezza lo Stato e le regole e troppo spesso attacca le forze dell’ordine, incita all’immigrazione clandestina. Ghali in definitiva manda ai giovani un messaggio sbagliato e pericoloso. Un messaggio di illegalità e di mancanza di rispetto per la legge e per lo Stato». Dunque, Ghali non può fare battaglie pubbliche per le cause in cui crede? Crippa a dire il vero un’idea ce l’ha, e fa arrivare al rapper il seguente consiglio non richiesto: «Se vuole dare un messaggio serio ai giovani, il signor Ghali parli piuttosto di rispetto, prima di tutto per le donne. Troppo spesso vediamo assassini e stupratori di origini straniere, come dimostrano gli ultimi casi di cronaca. E quindi se vuole fare un favore alla sua nuova patria, l’Italia che gli ha dato tanto gloria, inizi a comunicare un messaggio di legalità e non favorisca l’immigrazione clandestina», conclude Crippa.

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