L’archivio in garage, il cellulare criptato, il server in Lituania: così Equalize poteva guardare nei conti di tutti gli italiani
L’archivio custodito nel garage. Il cellulare criptato nella scrivania del superpoliziotto Carmine Gallo. E un server top secret in Lituania. Ma gli hacker di Equalize avevano anche accesso a tutte le banche dati delle forze dell’ordine. E quindi alle denunce dei cittadini, alle tasse pagate e non, agli F24. Ma avevano bucato anche Serpico, ovvero il database che raccoglie tutte le grandi operazioni finanziarie e le spese fatte con carta di credito o bancomat da ogni cittadino italiano. Non solo lo Sdi, ma anche l’Ssd (Sistema di supporto alle decisioni) e quello di interscambio Anagrafe tributarie enti locali, il Siatel-Punto fisco. Da dove potevano sapere tutto di Imu, Ici, Tari, versamenti Irpef, contratti di locazione. E accedere al Cassetto fiscale di ogni cittadino.
Il cellulare criptato
Del cellulare criptato Gallo parla in alcune intercettazioni. Come quella del 4 ottobre 2022, a quanto pare con agenti dei servizi segreti. A uno 007 il superpoliziotto spiega «che tipo di servizi offrono e che tipo di accertamenti e consultazioni riescono a fare» alla Equalize. Poi mostra il telefono «fuori rete» che non usa né Signal né Whatsapp. L’archivio nel garage comprende «quasi quindici, sedicimila schede personali di soggetti, ma non solo soggetti mafiosi, anche non mafiosi» e «la mappa delle famiglie calabresi in Germania, che me la sono presa dai tedeschi quando sono andato li per Duisburg, un attimo che si sono distratti». Nel Regno Unito invece c’era una società gemella che utilizzava la piattaforma Beyond. A sua volta «collegata a due server centrali, uno situato a Londra e uno in Lituania». In un’intercettazione, è Calamucci a svelare: «Noi abbiamo un server fisico che è qua… E poi il data center».
Il server in Lituania
L’hacker spiega che si tratta di una scelta obbligata: «Ho fatto delle unità di backup, una nella sede di Londra e un altro in Lituania, ti dico la verità perché era il posto più economico per comprare i server». Gallo tra gli atti conservati nel garage annovera anche quelli del processo Ruby-Berlusconi; ed è sempre qui che Calamucci, come modo di dire, afferma di avere anche lui un hard disk dove «c’ho di là 800 mila Sdi». Ma l’agenzia di reputation ha raccolto almeno 15 terabyte di dati. Confezionando dossier con notizie vere o inventate. E, spiega il Fatto, senza usare solo lo Sdi. Da Serpico traevano conoscenze esclusive: «Poter interrogare la banca dati Sos significa poter avere a disposizione le informazioni economico-finanziarie di tutti i cittadini italiani», spiega l’ordinanza.
L’archivio delle tasse
Nello Sdi, lo spiega Calamucci a Gallo, ci sono «delitti denunciati, controlli del territorio, documenti, fatti, delitti, soggetti, vittime di reati, stranieri, veicoli, rapine in banca». Ma gli hacker riuscivano a importare la Ricerca Globale o fascicolo Sdi. Ovvero «un’interrogazione asincrona che comprende tutti i dati presenti nella banca dati in relazione a un determinato soggetto». Lo Sdi conserva e custodisce anche le informative di polizia e il monitoraggio delle gare d’appalto. Permette di sapere se un cittadino è sottoposto a misure di prevenzione, ha il permesso di soggiorno o precedenti penali. E contiene un’area Ssd (Sistema di supporto alle decisioni) con le aree tematiche FastSdi e Stadeln che consentono analisi sui delitti rilevati dalle forze di polizia o denunciati dai cittadini.
L’anagrafe tributaria e il cassetto fiscale
C’era poi il Sistema di interscambio Anagrafe tributarie enti locali, il Siatel-Punto fisco. Che consentiva loro di sapere tutto di Imu, Ici, Tari, versamenti Irpef, contratti di locazione, contratti di fornitura e dichiarazioni di successione. Attraverso il Cassetto fiscale arrivavano ai versamenti F23 e F24, a condoni e concordati, rimborsi e dichiarazioni fiscali di tutti i tipi.