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Caso Boccia-Sangiuliano: la giunta per le Immunità dice no all’acquisizione della corrispondenza tra l’ex ministro e l’imprenditrice

29 Ottobre 2024 - 15:58 Stefania Carboni
maria rosaria boccia gennaro sangiuliano fotografie censurate
maria rosaria boccia gennaro sangiuliano fotografie censurate
Approvata la relazione del forzista Paroli in cui si ravvisa il "fumus persecutionis". E cade una delle accuse che ricevette la mancata consulente una volta che il caso esplose sui giornali

La Giunta per le Immunità del Senato ha rifiutato la richiesta da parte del Tribunale dei ministri di utilizzare la corrispondenza sequestrata all’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sul caso di Maria Rosaria Boccia. I componenti dell’organismo, presieduto da Dario Franceschini, hanno infatti approvato a maggioranza la relazione di Adriano Paroli (FI) nella quale si ravvisa il fumus persecutionis da parte dei magistrati nei confronti dell’ex titolare al Mic. Le opposizioni, M5S, Pd e IV hanno votato contro.

«L’acquisizione della corrispondenza è necessaria altrimenti come la provi?»

«Se devi accertare una violazione di segreti d’ufficio, l’acquisizione della corrispondenza è necessaria, altrimenti come la provi?», ha dichiarato la vicepresidente del Senato Anna Rossomando (PD), uscendo da Palazzo Madama. «Abbiamo votato contro la relazione del senatore Adriano Paroli (FI) sulla base dello schema logico seguito nella stessa relazione. E cioè, la relazione sostiene che ci sia il cosiddetto fumus persecutionis di secondo grado perché sulla base di un esposto molto generico si chiede l’acquisizione di corrispondenza che deve essere autorizzata. Ma nella richiesta del Tribunale dei ministri si fa riferimento all’esposto circostanziato e si dice che l’acquisizione della corrispondenza è indispensabile e rilevante per decidere, come la legge prescrive, se passare alla fase successiva di una richiesta di autorizzazione a procedere o archiviare da subito, quindi anche a garanzia del ministro Sangiuliano. Si vuole verificare cioè, prima di fare un passo ulteriore, non se esista genericamente un reato, come sostiene la maggioranza, perché un reato è stato già individuato», ma la prova di questo reato.

Le chat sulla ferita: secondo persone vicine alla Boccia l’ex ministro è caduto in albergo

Parte importante del materiale che regge il caso Boccia-Sangiuliano è comunque la corrispondenza. Anche perché, come riporta un pezzo de Il Centro con tutti gli aggiornamenti sull’inchiesta per aggressione, sulla ferita comparsa sul capo dell’ex ministro (e pubblicata nell’ultima puntata di Report) ci sono due versioni differenti. Secondo Sangiuliano è la mancata consulente ad averlo aggredito, per persone vicine all’imprenditrice la ferita, poi suturata, è invece stata provocata da una caduta accidentale in albergo. Chi dice la verità? Sicuramente il tempo sembra galantuomo. N.A. che parlò di aver avuto una breve relazione con l’imprenditrice di Pompei accusandola di aver simulato una finta gravidanza ha annunciato una conciliazione dopo minaccia di querela. «Tutti possiamo sbagliare ma le persone oneste si riconoscono nel momento in cui riconoscono l’errore e chiedono scusa», ha scritto Boccia su Instagram. «Non intraprenderò nessuna azione legale perché le scuse, come ho sempre detto, hanno un valore superiore alle querele e ai soldi», ha aggiunto.

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