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Tracce di mercurio nel tonno in scatola, l’allerta di due ong francesi: «Il 100% delle conserve analizzate è contaminato»

29 Ottobre 2024 - 11:36 Alba Romano
tonno scatola mercurio
tonno scatola mercurio
Tra i paesi analizzati (e colpiti) c'è anche l'Italia. L'appello alla Commissione europea

Il tonno in conserva venduto in vari Paesi europei contiene mercurio, una sostanza nociva per la salute. Lo denunciano due ong, Bloom e Foodwatch, che hanno selezionato 148 scatole di conserva in cinque Paesi: Francia, Italia, Germania, Inghilterra e Spagna. Le conserve di tonno sono state fatte analizzare da un laboratorio indipendente, da cui sarebbe emerso che il cento per cento delle scatole presentava una qualche traccia di mercurio. Più della metà, spiega l’associazione per la difesa dell’ambiente Bloom, conteneva concentrazioni di mercurio al di là del limite massimo fissato per altre specie di tonno, ossia 0,3 milligrammi al chilo.

L’inchiesta delle ong francesi

«La quantità massima di mercurio nel tonno oggi in vigore in Europa è stata stabilita in funzione del tasso di contaminazione dei tonni constatato e non in funzione del pericolo che rappresenta il mercurio per la salute umana, con l’obiettivo di assicurare la vendita del 95% dei tonni», precisano le due ong che hanno condotto l’inchiesta. I limiti sono stati fissati a 1 mg al chilo calcolati sul peso del tonno fresco e non sul prodotto finito, nella scatola di conserva. Ed è per questo, spiegano ancora le due Ong, che il tonno, pur essendo tra le specie più contaminate, «si vede attribuire una tolleranza massima del mercurio 3 volte più elevata di quella delle specie meno contaminate».

L’appello alla Commissione Ue

Secondo Bloom e Foodwatch, «non ci sono motivi sanitari che giustifichino questa diversità: il mercurio non è meno tossico se ingerito attraverso il tonno, soltanto la concentrazione di mercurio nell’alimento conta». Le due Ong lanciano dunque un appello alla Commissione europea affinché cambi le regole sulle concentrazioni massime di mercurio per le conserve di tonno.

La risposta dalle associazioni del settore: «Nessun rischio per la salute, la sicurezza alimentare è una priorità»

Riceviamo e pubblichiamo il commento di ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare) al recente rapporto pubblicato:

«Qualità, sicurezza alimentare e salubrità del tonno in scatola sono un’assoluta priorità per l’industria italiana delle conserve ittiche. Ripristiniamo la realtà dei fatti, non c’è nessun rischio di non conformità da mercurio nel tonno in scatola commercializzato sul mercato italiano». Questo il commento di ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare) al recente rapporto pubblicato in Francia dalle Organizzazioni non governative (ONG) Bloom e Foodwatch, secondo cui il tonno in scatola di diversi Paesi europei sarebbe significativamente contaminato da mercurio. «Il tonno in scatola sul mercato italiano, rispetta la legislazione dell’Unione Europea in materia di sicurezza alimentare e per la possibile presenza del mercurio risponde ai requisiti di legge imposti dall’Unione Europea».

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) afferma che «un consumo di pesce nel range di 2-4 porzioni settimanali fornisce benefici netti per la salute, indipendentemente dal rischio derivante dall’esposizione al metilmercurio». A tal proposito, ricordiamo che il tonno in scatola, sott’olio o al naturale, costituisce una delle più importanti fonti di selenio per l’alimentazione degli italiani (35 microgrammi per 100 grammi), e che il selenio – oltre a possedere indiscutibili proprietà benefiche – svolge un ruolo di primario antagonista nei confronti del mercurio, contrastandone il possibile assorbimento da parte dell’organismo umano, come confermato da molti studi scientifici.

Per quanto concerne il muscolo di diverse specie ittiche, tra le quali il tonno, i tenori massimi ammessi dall’Unione europea (quindi dall’Italia), sono fissati dal Regolamento UE 915/2023 in 1 mg di mercurio per kg di peso fresco. Tali limiti sono più restrittivi di quelli stabiliti a livello internazionale dal Codex Alimentarius per il tonno (1,2 mg/kg per il solo metilmercurio).

Inoltre, la SSICA, Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari di Parma è impegnata ad effettuare routinariamente campagne di monitoraggio dei valori di mercurio presente nel tonno confezionato a livello industriale presente in Italia e prelevato presso la rete commerciale, come attività collegata alle proprie finalità. «Dal 2019 al 2023 abbiamo condotto campagne di campionamento riferite ai limiti di mercurio (Hg) fissati nel Regolamento CE 1881/2006, sostituito nel frattempo dal Regolamento UE 915/2023 (1 mg/kg) e che hanno interessato numerosi campioni di tonno in scatola prelevati in comuni punti vendita della GDO – afferma Paolo Cozzolino, Direttore Generale della SSICA – Nessuno di questi campioni ha superato il limite del regolamento e il valore medio riscontrato è inferiore a 0,2 mg/Kg, quindi meno di un quinto del valore massimo tollerabile».

Infine, il rispetto della legislazione è garantito dai controlli ufficiali effettuati dalle Autorità pubbliche italiane e comunitarie, lungo tutta la filiera – dalla cattura alla commercializzazione – tali da garantire livelli di salubrità e sicurezza massimi. Inoltre, le aziende di ANCIT adottano una politica di approvvigionamento molto accorta che consente di selezionare le materie prime migliori per evitare che queste contengano contaminanti o sostanze che presentano rischi per il consumatore. L’industria italiana del tonno in scatola privilegia infatti specie di tonno (quali il pinne gialle e il tonnetto striato) che vivono in ambienti poco inquinati, quali gli oceani tropicali, e tutte le materie prime utilizzate sono sottoposte a rigorosi e frequenti controlli analitici.

ANCIT ribadisce quindi l’assenza di rischi per la salute del consumatore, confermando il consumo di tonno in scatola come ricco di benefici in una dieta sana ed equilibrata, secondo le linee guida indicate dall’EFSA.

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