«Santanchè sapeva tutto ma ha taciuto»: così i pm chiedono il rinvio a giudizio della ministra nel caso Visibilia
«Tutti sapevano e tutti hanno taciuto», compresa Daniela Santanchè. È con questa argomentazione che oggi, mercoledì 30 ottobre, i pm di Milano Marina Gravina e Luigi Luzi hanno ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per la ministra del Turismo durante l’udienza preliminare a porte chiuse. Con lei, nell’inchiesta sul falso in bilancio sul caso della società Visibilia Editore, quotata in borsa, sono imputate altre 16 persone. Tra questi il compagno attuale Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro. Hanno invece deciso di patteggiare tre imputati, tra cui due delle tre società della galassia da cui la senatrice di Fratelli d’Italia ha dismesso le cariche. Dal pomeriggio del 30 ottobre sono in corso i primi interventi delle difese. La decisione della gup, Anna Magelli, è attesa non prima del 26 novembre, data dell’ultima udienza fissata al momento.
La ricostruzione della Procura
La Procura di Milano continua, dunque, a insistere sulla ricostruzione dei fatti già presentata nei mesi passati riguardo alle presunte irregolarità dei conti di tre società facenti capo alla ministra del Turismo. Gli inquirenti sostengono che Santanchè, insieme ad altri ex amministratori e consiglieri di Visibilia Editore, abbia «consapevolmente» esposto nei «bilanci di esercizio della società materiali rilevanti non rispondenti al vero» per «un ingiusto profitto». L’ipotesi di falsificazione dei bilanci di esercizio riguarderebbe diversi periodi: per Visibilia Editore spa dal 2016 al 2022, per Visibilia srl (in liquidazione) dal 2016 al 2020, per Visibilia Editrice srl dal 2021 al 2022. Secondo l’accusa, una corretta formazione dei bilanci evidenzierebbe «una perdita del capitale sociale per Visibilia Editore spa a far data dal bilancio 2016, per Visibilia srl a far data dal bilancio 2014 e per Visibilia Editrice srl a far data dal bilancio 2021».
Le prime richieste di patteggiamento
Durante l’udienza preliminare, i pm Gravina e Luzi hanno spiegato che l’indagine è partita dalla denuncia di alcuni piccoli azionisti, tra cui l’imprenditore Giuseppe Zeno. All’udienza sono stati ammessi tre piccoli risparmiatori come parte civile, mentre al Codacons non è stata permessa la partecipazione. E tre imputati – l’ex consigliere Federico Celoria e le due società Visibilia Editore e Visibilia Editrice – avrebbero già chiesto di patteggiare, concordando una sanzione amministrativa. La richiesta di rinvio a giudizio è dunque ora per 17 imputati. Tra questi, dunque, rimane anche la terza società: Visibilia srl, in liquidazione.