Il Mossad, il Vaticano, i soldi per spiare i dipendenti: gli affari di Equalize con aziende e servizi segreti
Il tariffario di Equalize prevedeva 250 euro per la localizzazione di un cellulare. Quindicimila per un dossier completo su qualcuno usando le banche dati violate. E ventimila per inserire un trojan nel suo telefonino. E a via Pattari 6 si presentavano a pagare molti clienti prestigiosi. Come Eni, Erg, Barilla, Mediolanum, Heineken, Brt e l’ex Ilva. Ma anche la Fenice Benefit Srl, società romana di edilizia, che ha pagato un milione di euro di parcelle. E il gruppo di Carmine Gallo ed Enrico Pazzali vendeva informazioni segrete per la nostra sicurezza anche a «servizi di intelligence stranieri». Tra cui il Mossad e il Vaticano. Mentre Samuele Calamucci si vantava di essere amico dell’ex sottosegretario M5s alla Difesa Angelo Tofalo e in affari con Mirko Lapi, collaboratore dell’ex ministra Elisabetta Trenta.
Il Mossad e Marcell Jacobs
Tra gli spiati invece c’è Marcell Jacobs. A richiedere il dossier un avvocato padovano ancora in corso di identificazione. E le informazioni comprendevano l’allenatore Paolo Camossi, il manager Marcello Magnani e il nutrizionista Giacomo Spazzini. L’incontro con gli 007 israeliani si svolge l’8 febbraio 2023. Il gancio è un ex carabiniere dei Ros con incarichi nel Sismi che si chiama Vincenzo De Marzio. Lo accompagnano due uomini non identificati «che rappresenterebbero un’articolazione dell’intelligence dello stato di Israele». Vogliono un monitoraggio degli attacchi di hacker russi e l’intercettazione dei movimenti bancari del Gruppo Wagner. Perché vogliono fermare il finanziamento degli oligarchi alla banda di Prigozhin. In cambio promettono informazioni sul traffico illecito di gas iraniano in Italia. E un milione di euro di compenso.
Il Vaticano e l’A.S. Roma
Poi c’è il report chiesto dal Vaticano. «I dati mi servono per andare contro l’oligarca, il braccio destro di Putin. La aiutiamo la Chiesa contro la Russia o no?», dice Calamucci. «Se ci pagano…», risponde Gallo. «Pro bono per il Papa?», dicono scherzando. Equalize ha ricevuto anche l’incarico da parte dell’A.S. Roma di bonificare il centro sportivo di Trigoria. Un lavoretto da tremila euro, che secondo gli investigatori arriva da Angelo Ruocco, security manager della Robert Bosch Spa e all’epoca anche dirigente dei giallorossi. E la bonifica arriva perché i dirigenti pensano che la società che ha effettuato i lavori negli uffici «ha messo qualcosa dentro». Il presidente di Fenice Srl, Lorenzo Sbraccia, voleva acquisire informazioni illecite «per salvaguardare sé e i suoi affari». E per colpire i suoi nemici interni. Per lui la procura aveva chiesto il carcere, il Gip lo ha negato.
Barilla, Erg, Banca Profilo, Heineken, Eni
Barilla invece ha pagato 17 mila euro: un dirigente voleva scoprire chi dava informazioni ai giornalisti. Erg ha sborsato 117.500 euro per spiare dipendenti fino ai loro telefonini (e alle app di messaggistica). Anche qui con l’intenzione di trovare la talpa che parlava con la stampa. Bertolini logistica invece ha pagato 120 mila euro, così come la Number 1 che chiedeva di spiare i dipendenti. Banca Profilo ha sborsato 43.800, per un non meglio precisato mandato investigativo. Heineken ne ha pagati 25 mila, sempre per avere report sui lavoratori. Eni ha pagato 377 mila euro e il direttore degli affari legali Stefano Speroni è indagato per concorso in accesso abusivo a sistema informatico. Infine ci sono Rosario e Salvatore Abilone, contribuenti con 60 mila euro. Il primo è legato al sistema mafioso lombardo.
I fratelli Bburago e l’ex Ilva
[*Nota: riportiamo in fondo la rettifica del signor Paolo Besana] Agli atti dell’inchiesta anche l’eredità dell’azienda di modellismo Bburago. I fratelli Paolo e Marco Besana, figli del patron Mario, sono indagati in concorso per accesso illecito nei sistemi informatici. In particolare, a Gabriele Pegoraro di Equalize, sarebbe stato dato l’incarico di «produrre ed inserire in dark web una falsa scrittura» da cui risultino le volontà del defunto «in modo che possa essere reperito successivamente da chi intendesse ottenerne prova dell’esistenza».
Gli altri della banda, oltre a fare ricerche sulle banche dati su La Russa, pure sui figli, Renzi ed altri, parlano tanto di politica e legami. Calamucci di Pazzali dice: «Avendo lo sponsor di centrodestra i contatti sono settanta per cento centrodestra, trenta il resto». Nella montagna di carte risulta che la presunta associazione per delinquere avrebbe avuto tra i clienti anche Ilva in amministrazione straordinaria, mentre nei locali della società sarebbero stati trovati «un vero e proprio ‘archivio di Polizia’» e documenti su Paolo Simeone, «noto youtuber e contractor italiano».
* In merito all’articolo pubblicato in data 30/10/24 dal titolo “I fratelli Bburago e l’ex Ilva”, il signor Paolo Besana intende chiarire quanto segue: in data 3/11/2010, ha rinunciato formalmente all’eredità del padre Mario, con atto pubblico avanti al notaio; non ha pertanto, alcun interesse, nè tantomeno cause pendenti, sia civili che penali, connesse all’eredità del padre e non ha mai conferito incarichi di alcun genere all’agenzia investigativa Equalize srl o ai suoi membri, con i quali non ha mai avuto alcun contatto. Il signor Paolo Besana non ha ricevuto alcuna comunicazione da parte della Procura di Milano, in merito ad un suo coinvolgimento nelle indagini per il reato di concorso in accesso abusivo al sistema informatico, né per qualunque altro fatto riportato nell’articolo a cui si dichiara completamente estraneo.