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Botox e ritocchini a prezzi popolari a Genova da Ruby Rubacuori. La ragazza scandalo di Berlusconi ora è imprenditrice della chirurgia estetica

30 Ottobre 2024 - 20:29 Fosca Bincher
Karima El Mahroug ha fondato con il fidanzato Daniele Leo e una dottoressa una società che si è collegata al gruppo Clynic. Il primo anno però ha perso 9.444 euro

L’autorizzazione è arrivata dal comune di Genova il 26 aprile 2023, quattro mesi dopo la richiesta. Da quel giorno la società KGD srl del capoluogo ligure ha potuto aprire l’agognato «ambulatorio di assistenza specialistica mono specialistico per la chirurgia plastica e ricostruttiva denominato ‘Clinical Medical Beauty Genova‘» in piazza Leopardi. La struttura è consorziata al gruppo Clynic che ha una rete capillare in tutta Italia di centri di chirurgia estetica. È in questo modo che ha iniziato la sua nuova vita da imprenditrice Karima El Mahroug, ben nota alle cronache con il suo nome d’arte, Ruby Rubacuori, con cui la conobbe e la frequentò Silvio Berlusconi.

I trattamenti della clinica

Nella clinica di Ruby è possibile fare qualsiasi ritocchino e perfino la mastoplastica

Karima-Ruby è l’azionista principale della società che ha aperto a Genova la clinica estetica, e sul sito del gruppo Clynic c’è anche la sua foto da «fondatrice di Clynic Genova», con una sezione che illustra tipi di interventi possibile e anche la fascia di prezzo per ciascuno. Si va dal filler labbra a partire da 199 euro fino alla mastoplastica additiva offerta a 7.500 euro, rateizzabili, invece dei 9 mila di listino. Ma ci sono tutti gli interventi di una clinica simile: dal più classico dei Botox ai trattamenti contro la caduta dei capelli. La KGD srl vede fra gli azionisti Ruby al 40%, il compagno di vita Daniele Leo al 30% e la dottoressa Giulia Bottari al restante 30%. Il direttore sanitario della clinica è un chirurgo barese, Massimiliano Ricci, specializzato in chirurgia plastica e ricostruttiva.

Karima con il fidanzato, che è anche socio nell’avventura imprenditoriale

Il primo anno si è chiuso in perdita, costi tagliati e prospettive migliori per il 2024

L’inizio della avventura imprenditoriale di Ruby però è stato piuttosto in salita. Il primo bilancio della società si è chiuso con un fatturato di 208.751 euro e una perdita di 9.444,70 euro. Capita ad inizio avventura, ma gli amministratori nella loro relazione di bilancio usano toni drammatici, spiegando che i conti non sono quelli che avevano programmato e accusando di questo il contesto macroeconomico nazionale a cui «si somma il perdurare del conflitto tra Russia e Ucraina». Già davanti alle prime difficoltà è partito un piano anticrisi: «Abbiamo adottato alcune misure», spiegano gli amministratori, «misure organizzative: ad esempio, misure in tema di lavoro agile o ricorso a strumenti di sostegno per il lavoro, etc.; e misure gestionali: ad esempio, riqualificazione dei processi, riorganizzazioni aziendali, etc.». Per questo c’è ottimismo sul 2024, che già potrebbe non essere in perdita: «si prevede uno sviluppo nella crescita dei ricavi sia per un consolidamento nel mercato della nostra Società, che per un’ottimizzazione dei costi rispetto all’esercizio precedente». E un po’ si fa conto sulle agevolazioni governative per le start up: «Alla luce della situazione descritta, abbiamo effettuato una valutazione della capacità dell’impresa di far fronte alla posizione debitoria in essere (finanziaria e non) e quindi della nostra solvibilità, tenuto conto delle misure governative in essere». Al momento la società di Ruby non risulta avere ricevuto contributi pubblici, salvo un voucher da 2 mila euro di Infratel Italia per l’utilizzo della banda larga come pmi.

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