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Northvolt, il più grande produttore europeo di batterie è nei guai: la cinese Volvo verso il controllo della nuova maxi-fabbrica in Svezia

30 Ottobre 2024 - 15:39 Gianluca Brambilla
northvolt batterie
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La startup svedese ha annunciato 1.600 licenziamenti ed è alla ricerca di nuovi fondi per restare a galla. Intanto rischia di perdere il nuovo impianto in costruzione a Göteborg

Doveva essere il campione europeo delle batterie e traghettare l’Europa verso la mobilità elettrica, ma le aspettative – almeno finora – sono state in gran parte deluse. Parliamo di Northvolt, principale produttore di batterie elettriche nel Vecchio Continente. La startup svedese naviga da qualche tempo in cattive acque, complice anche le difficoltà di tutto il settore automotive, con le vendite di veicoli a batteria che stentano a decollare e diverse case automobilistiche che hanno annunciato licenziamenti e chiusura di fabbriche. Northvolt, che opera sia in Europa che in Canada, è alla disperata ricerca di un nuovo round di finanziamenti per mantenere le proprie attività. E in attesa di ricevere aiuto da uno dei suoi tanti investitori, la startup svedese rischia di perdere il controllo di Novo Energy, la joint venture avviata insieme a Volvo e che sta costruendo una maxi-fabbrica di batterie elettriche a Göteborg, in Svezia.

L’euforia iniziale e i 13 miliardi raccolti

La storia di Northvolt nasce nel 2015 dall’idea di due ex dirigenti della Tesla: lo svedese Peter Carlsson e l’italiano Paolo Cerruti. La missione della startup svedese è ben chiara: produrre batterie in Europa e rendere il Vecchio Continente sempre più indipendente dalle importazioni cinesi. Date le premesse, non sorprende che il progetto abbia sùbito catturato l’interesse di aziende e istituzioni, dalla Banca europea degli investimenti fino ad arrivare al governo tedesco. Complessivamente, Northvolt è riuscita a raccogliere circa 13 miliardi di dollari tra equity – ossia fonti di finanziamento interne – e debito. Nella lista degli investitori figurano colossi del calibro di Goldman Sachs, Blackrock, Compagnia di San Paolo, Volkswagen e non solo.

NORTHVOLT | Lo stabilimento per la produzione di batterie elettriche a Skellefteå, in Svezia

La crisi del settore

Nel 2018 inizia la costruzione di Northvolt Ett, il maxi-impianto di batterie elettriche a Skellefteå, in Svezia. La produzione vera e propria comincia nel 2021 ma non entra mai davvero a regime, complice le difficoltà nelle vendite di auto elettriche in Europa, che crescono a ritmi ben inferiori rispetto alle aspettative del mercato. Così, anche Northvolt viene trascinata nella crisi del settore auto e a settembre 2024 annuncia il licenziamento di 1.600 dipendenti, circa il 20% della propria forza lavoro, e la riduzione al minimo di ogni progetto di espansione. Quello che doveva essere il campione europeo delle batterie si ritrova con le pile scariche, alla ricerca disperata di (almeno) 200 milioni per poter restare a galla.

La mossa di Volvo

Secondo Bloomberg, Northvolt sarebbe in procinto di completare un round di finanziamento d’emergenza da circa 300 milioni di dollari per stabilizzare la sua situazione finanziaria. Oggi, però, Volvo ha sparigliato le carte. La casa automobilistica svedese, che dal 2010 è sotto il controllo della cinese Geely, ha accusato il proprio partner commerciale di non aver rispettato i suoi obblighi da azionista. Volvo e Northvolt hanno fondato infatti una joint venture, Novo Energy, che sta costruendo una fabbrica di batterie a Göteborg, sulla costa occidentale della Svezia. Secondo la casa automobilistica, Northvolt non ha rispettato gli obblighi di finanziamento del progetto. Così, Volvo punta ad acquisire tutte le azioni del partner commerciale per mantenere in vita la joint venture e assumerne il controllo. A partire dal 2026, la nuova fabbrica di Göteborg dovrebbe raggiungere una capacità di produzione di 50 GWh, una delle più alte di tutta Europa.

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