Alluvioni in Spagna, lo studio: «Ogni grado di riscaldamento globale ha aumentato del 7% l’acqua caduta per la goccia fredda»
Le piogge torrenziali in Spagna che hanno portato alle alluvioni di Valencia e dell’Andalusia vengono rese più probabili e violente dal cambiamento climatico. L’aumento dei gas serra in atmosfera dovuto alle attività umane fa salire la temperatura del mare e con essa l’energia e l’umidità a disposizione delle perturbazioni come quella scaturita dalla goccia fredda o Dana che nelle scorse ore ha transitato sui territori alluvionati. In alcune zone della regione di Valencia sono cadute in otto ore le piogge di un anno, con picchi superiori ai 450 millimetri. Ma quanto forti sarebbero state le precipitazioni senza il riscaldamento globale? Un gruppo internazionale di scienziati guidati da Friederike Otto, climatologa dell’Imperial College di Londra, ha provato a capirlo, giungendo alla conclusione che ogni grado di riscaldamento ha probabilmente aumentato del 7% la quantità d’acqua caduta sul Sud Est spagnolo.
Il Mar Mediterraneo più caldo di sempre
Tendenzialmente, più alta è la temperatura e più alta è la quantità di vapore acqueo che l’aria può portare con sé. Inoltre, maggiore è la differenza di temperature tra masse d’aria calda provenienti dal mare e masse d’aria fredda come quelle delle goccia fredda, e più forte sarà l’energia del fenomeno atmosferico che ne scaturisce. Secondo la Nasa, lo scorso anno la temperatura terrestre è stata di 1,36°C maggiore della media rispetto alla fine dell’Ottocento. Dunque, secondo le conclusioni preliminari degli esperti citati dalla Bbc, almeno il 9% delle precipitazioni viste negli scorsi giorni Spagna potrebbero essere dovute al cambiamento climatico. Ma saranno analisi più approfondite del World Weather Attribution, organo di ricerca specializzato nell’analisi dell’impatto del cambiamento climatico sui singoli eventi estremi, a dare maggiori risposte. Quel che è già certo e registrato è che durante la scorsa estate, il Mar Mediterraneo ha raggiunto la più alta temperatura mai registrata, con 28,9 gradi il giorno di Ferragosto, e che l’Europa è uno delle aree del mondo più esposte al cambiamento climatico e ai suoi effetti.
Il suolo secco e impermeabile a causa del grande caldo
Ad avere un ruolo determinate nelle alluvioni in Spagna, infatti, è stata anche la scorsa estate, la più calda mai registrata a livello globale. Nei lunghi mesi estivi, il sole cocente ha seccato il terreno, indurendolo e impermeabilizzandolo, e dunque rendendo più complicato assorbire le precipitazioni, spiega il Prof di geomorfologia Mark Smith, dell’Università di Leeds. «A sua volta, questo amplifica gli effetti più diretti dell’aumento dell’intensità delle precipitazioni, poiché più acqua finisce nei fiumi», aggiunge l’esperto. Un fenomeno, commenta Smith che quest’anno abbiamo visto anche con Boris, la tempesta che ha devastato l’Europa Centrale e l’Emilia Romagna. Un disastro che i calcoli del World Weather Attribution hanno stabilito essere stato resto due volte più probabile dal cambiamento climatico.
Immagine di copertina: EPA/ANDREU ESTEBAN