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Alluvioni a Valencia, sale a 158 il bilancio delle vittime. Il premier Sánchez fa visita alla zone colpite: «L’emergenza non è finita» – Il video

31 Ottobre 2024 - 16:36 Ugo Milano
Anche l'Esercito al lavoro per recuperare i dispersi. A Castellón nuova allerta rossa e polemiche per le scuole rimaste aperte

Non è finita l’emergenza alluvioni che in questi giorni ha colpito duramente la zona di Valencia, in Spagna, causando diverse decine di morti. «La Dana continuerà, non è finita, quindi bisogna stare attenti», ha avvertito il premier spagnolo, Pedro Sánchez, oggi in visita nelle zone colpite dalle inondazioni. I disagi si sono concentrati soprattuto a Castellón, dove la protezione civile ha invitato gli abitanti a rimanere in casa e ripararsi ai piani alti. Le autorità chiedono inoltre di non viaggiare sulle strade per il rischio di trovarsi esposti alle forti piogge. Nel frattempo, è salito a 158 il numero delle vittime delle inondazioni.

La «goccia fredda» su Valencia

A causare le alluvioni è un fenomeno atmosferico estremo ribattezzato Dana, che in spagnolo sta per Depresión Aislada en Niveles Altos, altrimenti detta «goccia fredda». Si tratta di un fenomeno atmosferico tipico della Spagna, e più in particolare della zona di Valencia, ma che è reso estremamente più violento dalle temperature anomale raggiunte dal Mar Mediterraneo, causate a loro volta dal riscaldamento globale.

Sánchez in visita nelle zone colpite

A diverse ore dall’inizio delle alluvioni, resta l’allerta meteo nella zona di Valencia. Per le strade ci sono ancora centinaia di auto e camion coperti di fango, con il ministro dei Trasporti Óscar Puente che ha fatto sapere che «purtroppo ci sono persone morte all’interno di alcuni veicoli». Il premier Pedro Sánchez ha detto che il governo è al lavoro «con tutti i mezzi possibili» per trovare le persone disperse e metterà a disposizione «tutti i fondi necessari» per ricostruire le città colpite e aiutare i cittadini a riprendere la loro vita quotidiana.

Al lavoro anche l’Esercito

Nelle operazioni di ricerca dei sopravvissuti sono stati coinvolti anche più di mille soldati delle unità di soccorso d’emergenza spagnole. «Stiamo cercando casa per casa», ha detto all’emittente radiofonica nazionale spagnola Rne Ángel Martínez, ufficiale di un’unità militare di emergenza, mentre si trova nella città di Utiel, dove sono morte almeno sei persone.

La polemica sulle scuole rimaste aperte

Nella mattinata di oggi, giovedì 31 ottobre, hanno iniziato a circolare sui social nuovi video della città di Castellón sommersa dall’acqua. Con diversi utenti che criticano la scelta di non aver ordinato la chiusura delle scuole per tempo. «I lavoratori andranno al lavoro, nelle scuole e negli istituti senza sospendere le lezioni. L’attività economica è al di sopra della sicurezza delle persone», scrive su X Vicent Marzà, eurodeputato valenciano dei Verdi. La chiusura delle scuole in realtà c’è stata, ma solo una volta che studenti e insegnanti già si trovavano nelle aule. «Ora devono tornare a casa mentre c’è l’allerta rossa. Questo è il malgoverno che abbiamo», aggiunge l’eurodeputato su X.

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