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Cosa rischia la coppia di italiani fermata in Argentina con la neonata nata con la GPA: probabile un processo al loro rientro in Italia

31 Ottobre 2024 - 13:17 Ugo Milano
La Lega in Veneto: «La loro è stata una scelta aberrante. E che siano omosessuali rende il fatto peggiore». Le autorità argentine pensano che dietro ci sia un racket di sfruttamento delle donne

Per i due uomini italiani, fermati venerdì 25 ottobre all’aeroporto di Buenos Aires insieme alla figlia avuta grazie alla gestazione per altri, potrebbe aprirsi un procedimento in Italia. Una possibilità che nasce alla luce della legge, varata lo scorso 16 ottobre, che considera la Gpa «crimine universale». E che, soprattutto, va a colpire anche le coppie che ricorrono alla pratica in Paesi esteri dove è consentita. Poco conta, dunque, che l’Argentina sia uno Stato che – almeno per ora – riguardo alla gestazione per altri si posiziona in una sorta di zona grigia non chiaramente regolamentata. Buenos Aires ha già annunciato che nel mirino degli inquirenti non ci sarebbe la coppia, bensì l’organizzazione di tramite tra i due italiani e la donna 29enne che ha portato avanti per loro conto la gravidanza. Il timore è che si tratti di un racket che sfrutta donne in difficoltà economica.

La ricostruzione dei fatti

I due uomini – uno è un oncologo di Padova – sono stati fermati dalle autorità per l’immigrazione argentine proprio attimi prima di imbarcarsi su un volo per Parigi, da cui probabilmente sarebbero rientrati in Italia per continuare la loro vita di tutti i giorni. Portavano con loro la piccola figlia, nata lo scorso 10 ottobre in una clinica della capitale argentina. Li aveva accompagnati lì la madre naturale della neonata, una giovane di Rosario. Secondo quanto riferisce il quotidiano La Nacion, è stato proprio il comportamento della 28enne a insospettire le autorità. Due giorni prima, infatti, la donna si era recata in aeroporto insieme a uno dei due italiani dicendo di «volerlo autorizzare a viaggiare da solo con il loro bambino». E i documenti, effettivamente, mostravano i due come genitori della minore.

La madre, però, si comportava in modo insolito, distante. Dai sospetti, gli inquirenti sarebbero poi passati all’azione, approfondendo la relazione tra i due genitori naturali. Alla notevole disparità economica tra i due si aggiungeva un elemento, poi risultato decisivo per il fermo: lei era residente a Rosario, lui in Argentina c’era stato solo una volta, nel 2023. Per questo la giustizia federale argentina ha aperto a loro carico un procedimento urgente con il divieto di lasciare il Paese. I due italiani, dopo il fermo, hanno ammesso di aver messo al mondo la piccola grazie alla gravidanza per altri.

Le prime indagini e il rischio di procedimento in Italia

I tre adulti coinvolti sono, al momento, considerati dalle autorità argentine come vittime di un racket criminale. L’organizzazione, che avrebbe permesso la connessione tra Italia e Argentina, sfrutterebbe infatti donne indigenti, facendo accettare loro di portare avanti la gestazione per altri «per bisogno di denaro» e non per scopi meramente altruistici. La 28enne di Rosario, infatti, avrebbe accettato un accordo da 5.600 euro (6 milioni di dollari argentini) e vivrebbe in una pessima situazione economica: sarebbe da sola con una figlia minorenne, senza lavoro e senza diploma scolastico. Il procuratore Sergio Mola avrebbe per ora ipotizzato tre reati: tratta di esseri umani, vendita di bambini o appropriazione di minori.

Intanto per i due italiani la Farnesina sta attendendo ulteriori comunicazioni da parte della polizia argentina. Potrebbe però essere aperto a loro carico un procedimento ulteriore in patria, alla luce della legge dello scorso 16 ottobre.

Il capogruppo della Lega in Veneto: «Aberrante. E il fatto che siano omosessuali rende tutto peggio»

Intanto il caso è esploso politicamente in Italia. Il capogruppo della Lega in Consiglio regionale del Veneto, Giuseppe Pan, ha attaccato duramente i due genitori italiani. «Due omosessuali che pagano una donna all’estero per avere un figlio? Questa è la peggiore ipotesi possibile, davvero non mi viene in mente nulla di peggio». Ha poi aggiunto: «Trovo aberrante il fatto che due persone decidano di andare all’estero e “affittino” una ragazza per avere un figlio. Questo è sfruttamento del corpo della donna, fatto da una persona soltanto perché ha soldi e allora si può permettere di “comprare” un figlio all’estero». Ha poi concluso augurandosi nei confronti dei due genitori «le conseguenze più gravi»: «Il fatto che a farlo sia stata una coppia omosessuale, rende tutta questa storia la peggiore immaginabile».

(Foto di Bonnie Kittle su Unsplash)

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