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L’allarme Usa: «8mila soldati della Corea del Nord già nel Kursk». Ma per Zelensky la risposta dell’Occidente è pari a «zero»

31 Ottobre 2024 - 20:22 Ugo Milano
Putin Kim Jong Un Russia Ucraina Corea del Nord
Putin Kim Jong Un Russia Ucraina Corea del Nord
Il segretario di Stato Antony Blinken avverte Mosca e Pyongyang: «Se combattono contro l'Ucraina diventano obiettivi legittimi»

L’allerta per quanto sta accadendo al fronte russo-ucraino è sempre più pressante. Circa 8mila soldati nordcoreani sarebbero già stati dispiegati nella regione di Kursk, pronti a entrare in azione contro le forze ucraine nei prossimi giorni. Sono le stime dell’amministrazione Usa, secondo quanto ha detto oggi il segretario di Stato Antony Blinken, che avverte: «Se queste truppe dovessero impegnarsi in operazioni di combattimento o di supporto al combattimento contro l’Ucraina, diventerebbero legittimi obiettivi militari». Da giorni ormai i governi occidentali e la Nato danno per certo lo scenario dell’inquietante esito militare dell’asse tra Vladimir Putin e Kim Jong-Un. Secondo l’intelligence ucraina, truppe di Pyongyang erano state avvistate già il 23 ottobre nell’oblast di Kursk, la regione invasa da Kiev dallo scorso agosto.

L’affondo di Zelensky: «L’Occidente è in silenzio»

Quella dei governi occidentali potrebbe sembrare una reazione forte. Eppure il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ne è tutt’altro che soddisfatto. E ha espresso il suo disappunto forte e chiaro in un’intervista rilasciata ai media sudcoreani: «Penso che la reazione a questo sia stata nulla, è stata zero», ha attaccato Zelensky. A preoccupare il presidente ucraino è anche «il silenzio della Cina», che a suo avviso ha preso posizione in modo ancor meno significativo sull’azzardo partorito sull’asse Mosca-Pyongyang.

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