In Evidenza ACF FiorentinaGoverno MeloniStellantis
FACT-CHECKINGDisinformazioneMedicine alternative

Le infondate proprietà antivirali delle vitamine C e D

31 Ottobre 2024 - 14:16 Juanne Pili
Ecco perché assumere supplementi di vitamina C o D oltre i dosaggi raccomandati non è una buona idea

Torna a circolare una vecchia clip nella quale Stefano Montanari elenca alcune tra le principali teorie infondate sulla vitamina C e sulla vitamina D. Montanari – molto apprezzato negli ambienti No vax e delle medicine alternative -, durante la pandemia di Covid-19 è stato molto attivo nel promuovere questi “rimedi alternativi”. La narrazione in oggetto si focalizza in particolare sulle presunte proprietà delle suddette vitamine, anche contro la Covid-19, se assunte ad alto dosaggio, sia come presunti antivirali che in sostituzione della vaccinazione. Vediamo perché non trovano fondamento.

Per chi ha fretta:

  • Torna a circolare la clip di una vecchia intervista a Stefano Montanari sulle presunte proprietà curative e preventive della vitamina C e D.
  • È vero che carenze di vitamine possono comportare problemi di salute e incidere negativamente sul sistema immunitario.
  • Tuttavia risulta non dimostrato che supplementi ad alte dosi di suddette vitamine possano avere effetti paragonabili a quelli dei farmaci antivirali o dei vaccini.

Analisi

Il filmato sulla vitamina C appare montato mostrando la seguente didascalia:

L’importanza della vitamina D e della vitamina C che non vi dicono!

Perché le affermazioni di Montanari sulla vitamina C e D non trovano riscontri

Al netto delle varie congetture di Montanari sulla vitamina C e D, abbiamo preso in esame le affermazioni verificabili, che nel suo discorso sembrerebbero scientificamente dimostrate. Cominciamo dalla citazione di «Domenico Mastrangelo dell’Università di Pescara», presentato come «espertissimo di queste terapie». Non è nostro interesse accertare le competenze del dottor Mastrangelo, anche perché nella scienza il principio di autorità non conta. Ricordiamo solo che questo personaggio è noto per precedenti affermazioni smentite dai dati scientifici, alcune potenzialmente pericolose, come quelle sul SARS-CoV-2 «mai isolato» o su presunte «false diagnosi Covid». Ne avevamo trattato qui.

Originariamente le tesi di Mastrangelo sulle vitamine C e D venivano associate però all’università di Siena, la quale dovette dissociarsene ufficialmente:

«In merito alle dichiarazioni del dottor Domenico Mastrangelo, diffuse sui propri profili social personali e riprese da alcuni organi di stampa, l’Università degli Studi di Siena e l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, prendendo fortemente le distanze da quanto dichiarato dal medico in questione, precisano che il dottor Mastrangelo non svolge la sua attività di medico né alcun tipo di attività assistenziale all’interno dell’ospedale Santa Maria alle Scotte. Si precisa inoltre che il dottor Mastrangelo non è un docente dell’Ateneo senese, presso il quale ha la qualifica di tecnico, e non svolge alcun tipo di attività didattica con gli studenti».

La bufala delle megadosi di vitamina C

Torniamo alla clip in oggetto. L’intervistatore Claudio Messora (Byoblu) chiede a Montanari di parlare più precisamente della vitamina C «che si assume oralmente, ha un’efficacia anche a lei o no?».

«Sì, ha un’efficacia – conferma Montanari -, ma bisogna prendere dei dosaggi molto più alti che non sono dannosi. C’è qualcuno che per motivi misteriosi racconta che la vitamina C è tossica, questo fa veramente non ridere, piangere. Io posso assumere molta vitamina C: 20 grammi, 30 grammi, 40 grammi di vitamina C; che non mi fa assolutamente niente».

Diamo il beneficio del dubbio. Supponiamo quindi che Montanari non volesse creare un argomento fantoccio, insinuando che “ufficialmente” la vitamina C assunta anche senza esserne carenti sia tossica a prescindere. È probabile infatti che si riferisse ai sovradosaggi. Il problema è che lui stesso si contraddice affermando che oltre un certo limite vi sarebbe un certo “evento avverso”:

«Io però ho un segnale dal mio organismo che mi dice “questa è la tua dose da non superare”, me lo dice l’organismo, perché mi fa venire la diarrea. Nel momento in cui io raggiungo una quantità di vitamina C che mi fa venire la diarrea so che quello è il mio confine, io devo stare sotto quel confine, però non mi fa male».

Quando si parla di «20 grammi, 30 grammi, 40 grammi» di vitamina C entriamo nel campo delle già ben note bufale sui «megadosaggi», che dovrebbero addirittura avere presunte funzioni antivirali. La vitamina C, nota anche come acido ascorbico, ha certamente diverse funzioni nel nostro organismo, ed è bene integrarla se abbiamo una carenza. Una delle sue principali proprietà è indubbiamente quella di stimolare le difese immunitarie. Non di meno, il sistema immunitario è qualcosa di ben più complesso. Non “impara” a riconoscere meglio determinati patogeni per eliminarli senza che si verifichino altri fattori. Va benissimo assicurarci di aver fatto il pieno, ma se pensassimo che questo ci dispensi dal rispettare il codice stradale e revisionare i freni correremmo solo dei rischi.

«Linus Pauling che ha vinto due premi Nobel – continua Montanari -, prendeva sette grammi al giorno».

Ricordando sempre che il principio di autorità non conta, sappiamo che effettivamente il chimico e premio Nobel Linus Pauling riuscì a fare di queste credenze un business, mediante la vendita dei suoi integratori. Tuttavia, sia lui che i predecessori Klenner e Levy, non riuscirono mai a dimostrare in studi controllati la validità delle loro tesi. Nella clip in oggetto si citano anche Adriano Panzironi e il dottor Giuseppe Di Bella. Altri esempi di personaggi che non hanno dimostrato attraverso gli studi scientifici le tesi sulle megadosi di vitamine riportate nel filmato.

Cosa succede se assumo troppa vitamina C?

Tutto è dannoso se assunto oltre certe quantità, persino l’acqua. Mai sentito parlare di «iperidratazione»? Trovate maggiori approfondimenti qui. Per quanto riguarda invece una assunzione smodata di vitamina C il problema non sembra essere “solo” intestinale. Ecco cosa riporta in merito la FAQ dell’Istituto clinico Humanitas:

«Un’assunzione eccessiva di vitamina C, o acido ascorbico – che può essere causata da una dieta sbilanciata o da un abuso di integratori – può generare problemi ai reni, con formazione di calcoli, o un’overdose di ferro dal momento che la vitamina C ne favorisce l’assorbimento. Un eccesso di vitamina C può portare a sintomi come mal di testabruciori di stomacovomitodiarreagastrite e crampi addominali, ma anche debolezzavertigini e vampate improvvise di calore».

Cosa si intende per «assunzione eccessiva»? Secondo quanto riporta il dottor Larry E. Johnson nella pagina del MSD Manual dedicata alla «tossicità della vitamina C», già una assunzione superiore a 2 grammi di vitamina C al giorno «può causare nausea e diarrea, oltre a interferire con il sano equilibrio antiossidante-proossidante nell’organismo e, nei pazienti con talassemia o emocromatosi, promuove il sovraccarico di ferro». Ricordiamo che nell’intervista Montanari parla di «20 grammi, 30 grammi, 40 grammi».

«A volte si assumono fino a 10 g/giorno di vitamina C per benefici per la salute non dimostrati – continua Johnson -, come la prevenzione o la riduzione della durata delle infezioni virali o il rallentamento o l’inversione della progressione del cancro o dell’aterosclerosi. Tali dosi possono acidificare l’urina, causare nausea e diarrea, interferire con il sano equilibrio antiossidante-proossidante nel corpo e, nei pazienti con talassemia o emocromatosi, promuovere il sovraccarico di ferro. L’assunzione di vitamina C al di sotto del limite massimo non ha effetti tossici negli adulti sani».

La bufala sulle funzioni antivirali della vitamina D

Nella seconda parte dell’intervista si passa dalla vitamina C alla D. Nel discorso Montanari non fa altro che elencare quelli che erano i principali falsi miti sulla presunta funzione anti-virale della vitamina D, come medicina alternativa nella prevenzione e nel trattamento della Covid-19. Il tutto facendo riferimento a uno studio che ha coinvolto donne della stessa «razza» (cioè di nazionalità indiana, infatti le razze non esistono Ndr), confrontando quelle che vivevano in India con quelle che si trovavano nel Regno Unito:

«La vitamina D senza sole non funziona – continua Montanari -, ha bisogno del sole. C’è un lavoro molto interessante fatto sugli indiani che abitano in Inghilterra. Le donne indiane che abitano in India sono molto vestite, quindi hanno poca pelle esposta al sole, però in India c’è tanto sole e non si ammalano. Quando vanno in Inghilterra sono vestite esattamente come in India, cioè hanno poca pelle esposta al sole, ma in Inghilterra si ammalano, perché quel poco sole non è sufficiente per metabolizzare la loro vitamina D. Mentre in India è sufficiente perché del sole ce n’è di più. Quindi è interessante proprio vedere come il sole sia assolutamente fondamentale sulla stessa razza, sulle stesse abitudini, però a latitudini diverse, quindi a esposizioni solari diverse».

A questo punto si sottolinea che «il sole è gratis». Qui però entreremmo in un altro discorso: infatti gli integratori vitaminici promossi da certi guru delle medicine alternative non sono affatto gratis. Ma tale business non è oggetto della nostra analisi. Vediamo invece cosa sappiamo di questo «studio indiano».

I tentativi di dimostrare che si possa restare al riparo dalla Covid-19 semplicemente prendendo il sole non sono mancati, anche attraverso studi peer-review. Ne avevamo trattato qui. Sono noti anche precedenti affermazioni di Montanari su altri studi, rivelatisi infondati. Trovate maggiori informazioni qui.

Per trovare la fonte citata nella clip sembra venirci in “aiuto” una fonte a sostegno di Montanari. L’articolo del 13 maggio 2020, nel citarlo riporta dei riferimenti a uno studio che corrisponde alla descrizione:

«Vitamina D x metabolizzarla serve il sole E’ INDISPENSABILE X IL SISTEMA IMMUNITARIO (hanno dimostrato che le donne indiane in Uk si ammalano 40% in più di quelle in India, proprio per il clima)».

Ma questa ricerca dove sarebbe? Il problema è che probabilmente – come spesso accade in questi frangenti – un intero filone di studi è stato “fuso” divenendo “lo studio”. Infatti è almeno dagli anni ’50 che i ricercatori riscontrano una carenza di vitamina D nei popoli asiatici che si trovano a vivere in Paesi nordici, come il Regno Unito. Prendiamo per esempio l’articolo di Barbara J. Boucher del settembre 2022 per la rivista Endocrine Connection. Riportiamo un estratto (il grassetto è nostro):

«Tassi elevati di carenza di vitamina D, con rachitismo e osteomalacia, sono stati comuni tra i sud-asiatici (SA) arrivati in Gran Bretagna dagli anni ’50, con morti infantili prevenibili dovute a stati di ipocalcemia con crisi epilettiche e cardiomiopatia. La carenza di vitamina D aumenta la frequenza di disturbi comuni nei SA (come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari), e recenti studi clinici e studi di randomizzazione mendeliana non lineare hanno dimostrato che la carenza è causale per entrambi i disturbi. Sebbene etnia, obesità, diabete e deprivazione sociale siano riconosciuti come fattori di rischio per il COVID-19, la carenza di vitamina D non lo è, nonostante prove meccanistiche convincenti a favore. L’aggiustamento delle analisi per obesità/etnia elimina l’effetto della carenza di vitamina D nella previsione del rischio di COVID-19».

Come mai ci si concentra proprio sulle donne indiane? Forse la risposta è da trovarsi nelle condizioni sociali e culturali. Un articolo di Rukimini S. per il quotidiano indiano Mint dell’agosto 2020 ha preso in esame diversi dati emblematici, provenienti da una analisi del Consiglio indiano per la ricerca Medica. All’epoca si vedevano «meno donne nei conteggi ufficiali dei casi», allora ci si chiese se questo dipendesse dal fatto che si sottoponessero a meno test diagnostici o se sviluppassero sintomi meno gravi, risultando asintomatiche:

«Le prove finora suggeriscono che entrambe le ipotesi potrebbero essere vere – riporta Rukimini -. A maggio, il Consiglio Indiano per la Ricerca Medica ha pubblicato un’analisi di oltre un milione di test diagnostici per il covid-19 condotti tra il 22 gennaio e il 30 aprile. Hanno scoperto che, sebbene la maggior parte dei casi positivi fosse composta da uomini, le donne avevano una probabilità leggermente maggiore di risultare positive rispetto alla probabilità che avevano di essere testate».

Per approfondire trovate il nostro thread su MetaBunk, il più importante forum di fact-checking al mondo, dove trovate in continuo aggiornamento diversi contributi da parte dei colleghi, che ringraziamo per il supporto.

Conclusioni

Lo ribadiamo come sempre in questi casi: integrare o supplementare in certi casi la vitamina C o D, se si resta entro i valori raccomandati e si ha una comprovata necessità, va benissimo e di sicuro al sistema immunitario male non fa. Da qui a sostenere che possano sostituire i farmaci antivirali o i vaccini ce ne passa. Sottolineiamo che nessun sintomo può essere preso alla leggera, tanto meno quelli intestinali. Per favore, consultate sempre dei medici veri prima di improvvisare con la vostra salute.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Meta per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Meta.

Articoli di FACT-CHECKING più letti
leggi anche