Mattarella e il mondo a pezzi: «Mai abituarsi alla guerra». La pace? «Solo tramite l’asse Ue-Usa»
Abituarsi alla guerra «non è accettabile. La costante visione d’immagini devastanti, l’aggiornamento continuo dei numeri delle vittime, nei campi di battaglia e tra le popolazioni civili, deve scuotere le nostre coscienze». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando in occasione della consegna dell’Ordine militare d’Italia al Quirinale. Un’occasione, quella della Festa del 4 novembre, per ribadire comunque tutta la vicinanza del capo dello Stato alle Forze Armate italiane. Esse «sono parte protagonista nell’azione di contenimento e dissuasione per la stabilità e la pace». Un ruolo di deterrenza dunque quello loro assegnato, «necessario per prevenire il riscorso alle armi». Inevitabile dopo gli attacchi delle ultime settimane che Mattarella volgesse però un pensiero particolare al contingente italiano impegnato nella missione Unifil d’interposizione nel sud del Libano. «È fondamentale il presidio di affermazione del diritto umanitario internazionale che quella missione rappresenta», ha sottolineato il presidente, formulando l’augurio che «portata a termine la loro importante missione, possano rientrare presto alle loro famiglie».
Alleanze? La via è a Occidente
Mattarella non s’è sottratto comunque ad un’analisi tutta politica sulla situazione globale e a considerazioni sulle strategie diplomatiche che l’Italia deve perseguire in questo contesto. «Oggi, dopo i decenni di pace assicurati dalla scelta euro-atlantica, la guerra scatenata dalla sciagurata invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, e quella rinnovata in Medio Oriente, ripropongono la sfida della sicurezza e della pace come valori preziosi da promuovere, custodire e difendere con costanza e determinazione». Tramite quale via maestra? Indispensabile, per il Quirinale, è mantenere e rafforzare i punti di riferimento tradizionali. «La gravità della situazione impone di agire concordemente nell’Unione Europea, in stretto coordinamento con i nostri alleati transatlantici – ha sottolineato il capo dello Stato – Solo così si potranno assumere iniziative efficaci allo scopo di mitigare le minacce alla sicurezza internazionale e di avviare concreti percorsi di stabilità e di pace». Un messaggio non scontato alla vigilia di un’elezione americana che potrebbe riportare alla Casa Bianca il meno filo-europeo dei presidenti americani dal dopoguerra a oggi, Donald Trump.