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La relatrice Onu Francesca Albanese: «A Gaza è genocidio, fuori Israele dalle Nazioni Unite». Gli Usa: «Antisemita, se ne vada lei»

01 Novembre 2024 - 15:03 Alba Romano
francesca albanese onu
francesca albanese onu
Bufera sula relatrice speciale Onu per i territori palestinesi occupati. Una petizione internazionale chiede ai governi di farla fuori

Le Nazioni Unite dovrebbero prendere in considerazione la sospensione di Israele come Stato membro dell’Onu a causa del «genocidio» che sta compiendo contro i palestinesi. Lo ha affermato Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Le sue parole sono state pronunciate a New York, all’indomani della pubblicazione di un rapporto della stessa Albanese – intitolato Genocide as Colonial Erasure – in cui si sostiene che il governo di Benjamin Netanyahu non stia commettendo solo crimini di guerra e contro l’umanità nella Striscia di Gaza, ma, appunto, un vero e proprio genocidio. «È tempo di considerare la sospensione delle credenziali di Israele come stato membro dell’Onu. Capisco la sensibilità perché nessuno di voi ha le mani pulite quando si tratta di diritti umani», ha detto velenosa Albanese rivolgendosi a una commissione delle Nazioni Unite.

Le accuse di genocidio rivolte al governo israeliano

Secondo la relatrice italiana, «Israele ha perseguito un modello di condotta» che ha inflitto deliberatamente al popolo palestinese «condizioni di vita calcolate per provocarne la distruzione fisica». Albanese ha riconosciuto che il termine «genocidio» è delicato e non va usato a sproposito. Ma in questo caso, ha insistito la relatrice Onu, è quello più corretto: «I palestinesi hanno subìto crimini di guerra per tutta la vita, ma questa volta è diverso. Nello stesso modo in cui la comunità internazionale ha fallito nel proteggere le vittime del genocidio nel caso del popolo ebraico in Europa e poi dei bosniaci nell’ex Jugoslavia e dei tutsi in Ruanda, allo stesso modo stiamo fallendo nei confronti dei palestinesi».

Le polemiche su Albanese

La presentazione del rapporto è valsa a Francesca Albanese un nuovo round di accuse e polemiche. La relatrice dell’Onu è stata più volte criticata per le sue posizioni sul conflitto israelo-palestinese, bollate anche come antisemite. Questa settimana, Albanese avrebbe dovuto tenere un briefing al Congresso americano, ma poi l’incontro è saltato. Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice statunitense presso l’Onu, ha descritto esplicitamente Albanese come inadatta all’incarico, aggiungendo che «le Nazioni Unite non dovrebbero tollerare l’antisemitismo da parte di un funzionario affiliato alle Nazioni Unite assunto per promuovere i diritti umani». L’ong svizzera UN Watch ha dato il via anche a una petizione – rivolta al segretario generale dell’Onu António Guterres ma anche a diversi capi di Stato e di governo – in cui si chiede di revocare a Francesca Albanese l’incarico di relatrice delle Nazioni Unite.

In copertina: Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati (EPA/Lukas Coch)

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