Il Foglio e la risposta di John Elkann a Giorgia Meloni: «Stellantis è un nemico perfetto?»
Non un’intervista, ma una serie di frasi da retroscena. Con i quali risponde alle accuse su Stellantis. In arrivo anche dalla premier Giorgia Meloni. John Elkann si lamenta sul Foglio, perché gli dicono di restare in Italia ma intanto lo coprono di insulti. Il presidente si dice stupito e rammaricato per l’aggressività della presidente del Consiglio. Perché «il rispetto delle istituzioni fa parte della nostra storia e della tradizione di famiglia. Io sono orgoglioso di essere italiano». Mentre il rifiuto delle audizioni in Parlamento è il risultato di un’incomprensione sul ruolo di Stellantis. Che non è un partito politico. E l’accusa di aver più preso che dato la ritiene ingiusta. Perché non tiene conto di quanto «investito e restituito tramite stipendi, tasse e bilancia commerciale».
La risposta
La risposta di Elkann a Meloni arriva dopo che lui è stato ricevuto da tutti i governi «eccetto che da questo». Secondo lui c’è voglia di trovare un nemico perfetto. E vorrebbe fare alcune domande sul settore all’esecutivo. Soprattutto su quali progetti ci sono dopo il taglio dei fondi all’automotive. Ma anche su dove siano finiti i cinesi che dovevano costruire l’auto elettrica. E infine, perché tutto questo rancore nei suoi confronti? Eppure da parte di Stellantis «non c’è stato nessun disimpegno in Italia». Mentre Volkswagen in Germania chiude due stabilimenti. Infine: le regole sull’elettrico «le ha fatte la politica e una società globale si adegua alle regole». Ma gli attacchi, è il ragionamento, sono un regalo a Stellantis e allo stesso Elkann: «A furia di bastonarlo gli darà il pretesto per dire: è Meloni che ci caccia».