La Russia multa Google, ma le scappa la mano: non ci sono abbastanza soldi nel mondo per pagarla
Non basterebbero tutti i soldi del mondo per pagare la multa che la Russia ha comminato a Google. Un “due” seguito tra trentasei zeri. Scritto in numeri: 2.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000, ovvero due decilioni di dollari. È questa la cifra che BigG dovrebbe elargire alla Russia, stando alla sanzione che il colosso dell’informatica ha ricevuto dalle autorità di Mosca per aver bloccato alcuni canali pro Cremlino su YouTube. La cifra richiesta non è solo ben maggiore del fatturato di Google – intorno ai due trilioni di dollari – ma anche dell’intero prodotto interno lordo mondiale. Questo si aggira infatti intorno ai 110 trilioni di dollari, ovvero 110 seguito da 18 zeri.
Il blocco di Google dei contenuti pro Russia su YouTube
La sanzione – riporta la Cnn – è il risultato della scelta di Google di ignorare la sentenza del Servizio federale per la supervisione delle comunicazioni, il Roskomnadzor, in merito a quelli che l’agenzia stampa russa Tass indica come «oltre 200 account di canali di comunicazione russi». La cifra corrisponde a quella fornita al New York Times da Google che a settembre ha affermato di aver bloccato, in ottemperanza alle leggi statunitensi, «230 canali legati alla testata propagandistica RT», precedentemente nota come Russia Today e bandita anche nell’Unione Europea. Un’azione simile è stata messa in atto da Meta a fine settembre.
Peskov: «Non riesco nemmeno a pronunciare la cifra della multa a Google»
Ad aggiungersi all’onerosa vicenda ci sono i commenti del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il quale sostiene che la cifra sia «simbolica» e ammette di «non riuscire a pronunciarla». Ad ogni modo, l’esponente di Mosca ribadisce l’importanza della questione: «Google non dovrebbe poter limitare le azioni dei nostri comunicatori ma lo fa comunque. La multa dovrebbe essere un modo per far capire a Google che deve dare importanza al problema e correggere la situazione», ha aggiunto Peskov. In passato, la Russia aveva più volte minacciato di impedire l’accesso a YouTube nel proprio territorio senza però mettere in atto tale rappresaglia.